Economia

Adidas sfida Nike e acquista la rivale Reebok

Il prezzo è di 3,1 miliardi. Ora i tedeschi hanno il 28% del mercato contro il 31% del colosso Usa

Laura Verlicchi

da Milano

Tra Germania e Usa è cominciata la guerra delle scarpe da ginnastica. Ad aprire le ostilità è la tedesca Adidas che, comprando per 3,1 miliardi di euro (59 dollari per azione) l’americana Reebok, dichiara apertamente la sua intenzione: conquistare quote sul mercato statunitense a spese del colosso Nike, leader del settore.
La dichiarazione all’emittente televisiva Cnbc dell’amministratore delegato del gruppo tedesco, Herbert Hainer, non lascia spazio a dubbi: «Adidas è molto forte nel mercato europeo - ha detto - mentre Reebok può contare su una presenza più solida sul mercato americano, dove noi miriamo a rafforzarci». Il che equivale a una sfida a livello mondiale, visto che il mercato globale delle scarpe da ginnastica è di 33 miliardi di dollari annui, e gli Stati Uniti da soli ne controllano circa la metà. Ed è logico che sia così, dato che negli Usa le “sneaker” sono, più che una comodità, un simbolo: accessorio irrinunciabile tanto per i giovani dei ghetti - e non a caso sponsorizzate da rapper come Jay-Z per Reebok e Missy Elliott per Adidas - quanto per i californiani maniaci del fitness.
Proprio in Nord America, però, le vendite di Adidas negli ultimi due anni sono diminuite, arrestandosi su una media del 13 per cento. L’acquisizione siglata ieri darà invece alla società tedesca il 28% del mercato globale delle scarpe da atletica, contro il 31% della rivale Nike, oltre al business dell’abbigliamento sportivo targato Reebok.
Ma nel mirino di Hainer c’è anche l’immenso bacino asiatico: e qui la posta in gioco è la conquista della Cina, teatro della prossima battaglia fra i due giganti.
E l’Europa? Qui la partita è ancora tutta da giocare. Lo dimostrano i risultati del secondo trimestre, annunciati proprio ieri da Adidas, hanno visto una crescita delle vendite superiore, sia pur di poco, alle previsioni (più 8,2%) in tutte le aree, tranne, appunto, il Vecchio Continente. Il gruppo, però, punta molto sull’“effetto traino” di Germania 2006, i mondiali di calcio giocati in casa, da cui si aspetta un fatturato record. Qui però avrà a che fare con la concorrenza dell’altro grande produttore tedesco, Puma, che proprio la settimana scorsa ha annunciato di avere in vista acquisizioni e sbarchi in nuovi mercati. Una rivalità che viene da lontano, dato che entrambe le società hanno la stessa origine, anzi lo stesso cognome: quello dei fratelli Dassler, che sessant’anni fa scissero l’azienda di famiglia, dando vita a Puma e Adidas.


In Borsa, comunque, l’operazione è stata accolta positivamente, sia a Francoforte dove Adidas è stata la migliore del listino (+6,86%) che a New York, dove Reebok segnava un progresso del 29% a tre ore dalla chiusura.

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