(...) lo spauracchio Vieri, agitato nel finale da Ancelotti, invece di dare una mano in attacco, si fa beffare da Adriano nellazione decisiva.
Mancini non tradisce quindici mesi di lavoro, cè Figo, al suo posto, anzi nella corsia mancina a far girar la testa a Stam e Gattuso, altro che Cristiano Zanetti schierato per stoppare Kakà. LInter vuole fare la partita, non nasconde dietro il dito i suoi propositi di sorpasso segnalati dallo striscione della sua curva e parte pancia a terra. La sorpresa semmai arriva nelle pieghe dello schieramento difensivo deciso da Ancelotti con Kaladze centrale e Simic in panchina: il georgiano rimedia nei primi due interventi su Martins una ferita allo zigomo, è il segno di una difficoltà accentuata dalla prova di Nesta che invece di offrire garanzie provvede a scoprire la schiena dei rossoneri. Lunica arma a disposizione di Ancelotti è il reclamizzato Kakà, mandato a sinistra e a destra a cercare spazio dalle parti di Favalli e Javier Zanetti, il capitano. Al primo blitz del giovin brasiliano, Cordoba rimedia lammonizione e una punizione dal limite che con Pirlo davanti non è una gran trovata. Ma è un fuoco di paglia, resta lInter al centro del ring prima che Messina, larbitro, non allaltezza del compito, balzi alla ribalta del derby. Ecco i suoi misfatti raccontati in sequenza: fischia un rigore assurdo a metà della prima frazione a favore dellInter. Martins, chiuso nella morsa Nesta-Stam, si fa largo in modo irregolare provocando la caduta di Nesta in area che finisce anche ammonito, oltre che beffato dal penalty e poi infortunato. Più tardi, lo stesso Messina, apre in anticipo la stagione degli sconti: risparmia la seconda ammonizione a Cordoba (recidivo su Gilardino) e poi allo stesso Nesta (idem su Adriano). Non solo, ma nel frattempo, quasi consapevole daver commesso uno sfondone, coglie la prima occasione per pareggiare il conto dei rigori. La differenza tra i due episodi è la seguente: qui il reato (fallo di mano di Stankovic) sulla punizione calciata da Pirlo cè ma è involontario, provocato da una carambola sulla testa di Cambiasso. La cosa migliore resta la doppia esecuzione dagli undici metri: Adriano spiazza Dida, Shevchenko applica lo stesso criterio nei confronti di Julio Cesar. 1 a 1 allintervallo.
La ripresa annuncia gli altri tormenti del Milan, sgabbiato bene (testa di Gilardino che sfiora il palo lontano) grazie al solito Kakà: quando parte, palla al piede, è un demonio, e nessuno riesce a tenerlo. Veron, che è un vecchio pirata, tenta di provocarlo caricandolo, sotto gli occhi delle telecamere, come sanno fare solo i tori nellarena: tumulto sedato. Si arrende Nesta, problemi muscolari avvertiti a metà della prima frazione, ed entra Simic poco prima del raddoppio interista che chiama in causa il portiere Dida, un tempo insuperabile come il famoso tonno. La punizione di Adriano da venticinque metri a girare sulla barriera (non cè fallo di Kaladze che si arrabbia e rimedia anche il giallo per proteste) non è un missile eppure Dida riesce a sporcarla con una respinta goffa e tecnicamente imperfetta, consentendo al fulmine Martins di realizzare la sua famosa capriola dopo un gol facile facile, palletta dentro, a porta spalancata.
Risalire la china, a quel punto diventa complicato, molto complicato. E non solo perché la scudisciata di Kakà, a metà frazione, deviata da Cordoba, pizzica il palo lontano di Julio Cesar. Quando tocca finalmente al Vieri milanista, lo stadio nerazzurro esorcizza il pericolo con una generosa fischiata collettiva: ha 15 minuti, poco più, per lasciare traccia di sé nel derby che Ancelotti gli riserva. È solo Kakà, in verità, a mettere laffanno allInter, con le sue discese, con i suoi lanci, con il suo pallonetto delizioso dal limite, deviato in angolo. Mancini si allaccia le cinture con Burdisso, chiamato a presidiare le mischie ma serve a poco. La spallata milanista riesce a Stam, ancora a segno dopo il sigillo dellanno prima in Champions league: sulla traiettoria di Pirlo, lolandesone svetta maestoso, venti centimetri più in alto di Stankovic e chiude nellangolo la sua performance incredibile.
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