Adriano è un fantasma, il Parma ringrazia

Un blackout in difesa lancia gli emiliani. Pessima prova di Recoba

Riccardo Signori

nostro inviato a Parma

Stregata dalla luna maledetta e dalle lune di Adriano e Recoba, l’Inter ha prodotto un altro fiasco. Conta poco giocare a tira e molla con il Milan, se poi basta una tagliola brasiliana ad azzoppare tutta la squadra. Lo spruzzo di veleno di Simplicio Fabio Enrique è stato devastante. Disarmante la straordinaria vena di Luca Bucci, vecchio ragazzo di 37 anni con i riflessi di un portiere da nazionale. Allucinante l’incapacità nerazzurra di produrre gol con i suoi attaccanti. Partita persa perché la luna di Parma doveva esser stregata, un pari ci poteva stare. Ma la squadra di Beretta ha preparato la stangata con gran giocare e con quel pizzico di fortuna che non guasta. Lo svarione di Wome (palla ciccata quando nei suoi pressi c’erano Simplicio e Bresciano) ha aperto la via al gol del centrocampista brasiliano, che anche l’Inter ha messo nella mira per il futuro. Ci potrebbero essere lamenti per un fuorigioco di Corradi, che ha avviato l’azione, ma sono solo alibi.
L’Inter ha rincorso gol e pareggio senza mai vedere la fortuna girare. Il Parma ha giocato davvero in undici: Corradi ha picchiato e sgomitato con Materazzi mettendola subito sul piano fisico. Il corazziere nerazzurro ha subito colpi duri, qualcuno ne ha restituito. Bresciano ha fatto venire i brividi a tutta la difesa interista. Il centrocampo si è retto sulla qualità di Simplicio e sulla quantità di Grella. Toldo si è fatto mattatore per una decina di minuti della ripresa, quando la sua difesa si è lasciata mettere alle corde: Corradi (solo davanti al portiere) e Bresciano, per due volte, si sono visti respingere tiri che avevano la faccia del gol. Per l’Inter sarebbe stato il naufragio. Invece la stella del Parma non ha voluto infierire. La gente di Mancini non ha sfruttato: difficile farcela quando non si gioca in undici davvero.
Sono mancati i soliti due, quelli dell’attacco, quelli che dovrebbero far gol. Adriano è un’anima senza arte né parte. D’accordo, di solito alle sei del pomeriggio schiaccia il pisolino per recuperare dalle fatiche di notti insonni, ma così giocando non lo vorrà neppure Parreira nel Brasile. La sua comparsa in partita è stata segnalata soprattutto all’inizio e alla fine del secondo tempo: conclusioni svilite da un guizzo di Bucci eppoi da incapacità sua (colpo di testa fuori). Recoba ha cominciato promettendo frizzi e lazzi, salvo immancabile ammosciamento nella parte dell’eterno incompreso. Sì, ora sarebbe il caso che Moratti spiegasse a tutti che cosa ci trova di esaltante in quel giocare perso nel nulla: conclusioni come spolverasse i mobili col piumino. Eppure l’Inter ha prodotto gioco ed occasioni. Cruz, appena entrato, ci ha provato. Stankovic è stato fremente e frenetico nel provar soluzioni. Le sue conclusioni sono finite fuori o limitate da Bucci.

Cambiasso, stavolta un po’ impiegatizio nel giocare, è stato l’ultimo ad ammainare bandiera davanti allo spettacolare guizzare del portiere: colpo di testa ma quello ci arriva ancora. Scene di una maledizione che cataloga la sesta sconfitta: troppe per non avere la faccia rossa.

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