Adriano a Moratti: "Decidi Se non gioco me ne vado"

Il brasiliano ricaricato dal gol segnato in nazionale. Ora lo vuole il Lione. Ribelle: "C'è stato un problema e Mourinho mi ha allontanato per 4 partite"

Adriano a Moratti: "Decidi 
Se non gioco me ne vado"

Milano - Non aveva tantissima voglia di raccontarla il presidente, ma qualcosa alla fine ha detto ugualmente: «Mi chiedete se c’è tensione per Inter-Juve? La tensione c’è sempre per questo tipo di partite. La sento io, la sentono i giocatori, la sente il pubblico. Ibra non ha ancora segnato ai bianconeri? È più importante che giochi come a Palermo, lui è in gran forma, se non segna ma sforna assist va bene ugualmente». Nessun commento sulle dichiarazioni di Camoranesi («L’Inter è Ibrahimovic, gli altri fanno numero»), nessuna intromissione nei rapporti fra Mourinho e Ranieri, e solo una battuta sui sonni di Cobolli Gigli: «È convinto di vincere 2-1? Sono contento per lui, perché significa che in questi giorni dormirà bene. Chissà...».

In fondo sta distribuendo serenità, condita da quella milanesità che ci vuole in questi casi: può succedere di tutto ma non è detto che succeda a noi. Adriano comunque ce la sta mettendo tutta: va in gol nel 6-2 contro il Portogallo e adesso chiede chiarezza. Calma, ha segnato sul 5-2 al 91’, dopo essere subentrato nei minuti finali a Luis Fabiano che di reti al Portogallo ne ha fatte tre in 45 minuti quando la partita contava. Dei quattro interisti che sono volati in Brasile, è stato l’unico che al ritorno si è presentato subito ad Appiano per una seduta defaticante e ora vorrebbe che l’Inter prendesse una decisione perché ha capito che i bonus sono finiti.

Dichiara che tornare in Brasile gli ha fatto bene, ma di restarci non ha alcuna intenzione: «Adesso spero di poter giocare con continuità, con Mourinho c’è stato un problema e lui ha deciso di allontanarmi per quattro partite. Ma con la Juventus spero di esserci, io voglio giocare, se non sarà con l’Inter sarà in un altro club». Difficilissimo, non solo per sabato ma per il futuro, almeno quello immediato. L’Inter ha fissato un prezzo, 25 milioni, il Lione pare ne abbia offerti 20, è già tanto. E non è neppure vero che la partenza di Adriano allontani quella di Crespo che ha maggiori probabilità di finire a Madrid che restare all’Inter. Sono loro i tagli possibili, Jimenez è arrivato alla Ternana giovanissimo, ha svolto in Italia la sua formazione calcistica, rientra il quel gruppo di giocatori che la Uefa esige nelle liste Champions e all’Inter scarseggiano.

Dacourt è reduce da un lungo infortunio, Cruz sta rinnovando. A Mourinho bastano Maicon e Zanetti ammirati nelle amichevoli di mercoledì. Il brasiliano ha segnato una rete strepitosa, l’argentino contro la Scozia ha rovesciato sul prato l’ennesima prestazione senza pecche: a tre minuti dal termine ha inseguito una palla morta nella metà campo scozzese e sulla lunetta del corner ha vinto un duello estenuante contro due avversari, applaudito da tutto lo stadio.

Uno è il vero regista dell’Inter, l’altro un Pallone d’Oro mai riconosciuto, se qualcuno pensa che siano lì solo per fare numero non è un problema, del resto perfino Mourinho ultimamente non dà la formazione: giocano Ibrahimovic e altri dieci, dice, poi si alza.

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