Riccardo Signori
da Milano
Era la tattica giusta. Quella di Mancini. Dico che Adriano sta male e quello magari segna. Detto e fatto. L'Inter ha ritrovato la vittoria e i gol di Adriano in un colpo solo. Vittoria striminzita, ma solo perché il bomberone non ha ritrovato feeling con lo stellone e Martins e Recoba hanno piedi a banana tanto da mangiarsi un'occasione a testa come neppure un bambinello butterebbe. Raccontata con vista Ajax: partita incoraggiante. Soprattutto se gli attaccanti nerazzurri sapranno essere un po' più micidiali.
Micidiali. Certo Adriano ieri sera è stato micidiale innanzitutto nel prender pali: due tiri e punto. Sempre di testa. E sempre sul palo. Per fortuna sua e dell'Inter nella seconda occasione, quella che ha sgonfiato la Samp (alla quarta sconfitta consecutiva), la collaborazione Antonioli-traversa non è bastata. Infatti il brasiliano, lasciato libero dall'approssimativa marcatura di Castellini, ci ha rimesso il testolone e stavolta la maledizione s'è trasformata in benedizione. E così, dopo 842 minuti di astinenza da gol con tanto di depressione, Adriano ha ritrovato il sorriso e l'Inter il goleador che le manca tanto per sognare orizzonti di gloria. Da notare che entrambe le volte il bomberone ha messo testa su precisi cross di Figo che, a fronte di notevole altra imprecisione nel gioco, ha avuto felice calamita per imbeccare la sua testa.
Buon per l'Inter che, per tutto il primo tempo, ha ansimato tra il vorrei ma non riesco. La difesa ha rischiato i soliti sbarellamenti benchè Wome, ad esempio, sia stato più affidabile del solito. Tonetto sulla destra ha fatto venir mal di testa a Burdisso, troppe volte in difficoltà, tanto da rischiare un rigore, in collaborazione con Cordoba, intorno alle mezzora. L'arbitro ha fatto spallucce. Toldo se l'è vista brutta quelle due o tre volte in cui la palla è finita sul piede di Flachi, peraltro poco preciso, ha rimediato goffa figura quando Volpi gli ha fatto arrivare un siluro da fuori area: palla deviata ma con qualche mal di cuore. E, invece, è stato più tranquillizzante nella ripresa quando Volpi ci ha riprovato, ma su punizione: deviazione decisiva e sicura.
In tutto questo l'Inter ha sofferto la difesa stretta e attenta della Samp, la sua velocità nel contrattacco. Veron si è subito impossessato del centrocampo, uomo radar in ogni senso. Però gli altri hanno troppo spesso sparato cartucce a salve. Non si sono contati scivoloni (tacchetti?) ed errori. Recoba è stato un artista, ma nel farsi fischiare quando ha esagerato nel consegnar palla agli avversari o in un incredibile errore di mira, a inizio ripresa, quando l'Adriano scatenato ha cominciato a menar la rumba interista: tiro da fuori, il portiere devia, Recoba guizza bene davanti alla porta vuota ma calcia palla fuori. Ci poteva stare la confisca dello stipendio. Invece Figo, poco dopo, ha riproposto una palla al Chino e stavolta il portiere ha deviato con fatica la bordata.
I soliti alti e bassi nerazzurri in attesa di un raddoppio che la partita e l'Inter promettevano. La Samp ha perso freschezza, il centrocampo si è rattrappito, l'Inter ha continuato a produrre gioco per gestirlo con il fare della vera padrona di casa, ma verticalizzando poco.
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