PalermoUna visibilità ridotta sino ad un massimo di 5 metri e una variazione improvvisa del vento, il cosiddetto «wind sheare». Eccole le due cause che avrebbero determinato l'incidente dell'airbus 300 Wind Jet che venerdì sera hanno messo fuori assetto il velivolo facendo piegare il carrello e determinandone l'improvvisa uscita di pista. A Palermo, dove l'aeroporto rimarrà chiuso almeno sino ad oggi alle 14, si parla di tragedia mancata per un soffio. Non c'è più in mezzo alla pista l'antenna Ils (Instrument landing System) che garantisce l'atterraggio strumentale degli aerei: è stata completamente distrutta durante l'incidente. E finché non sarà ripristinata, non sarà possibile aprire lo scalo aereo, visto che l'aeroporto «Falcone e Borsellino» a Punta Raisi è sottoposto frequentemente alle variazioni del vento.
Ieri, dopo oltre 24 ore, è stato ancora caos sugli altro aeroporti siciliani. A Trapani e Catania, dove sono stati dirottati tutti i voli destinati e in partenza da Palermo, si sono registrate code, disagi e rallentamenti. Ed è polemica sui soccorsi dopo l'incidente. Secondo i passeggeri dell'Airbus Wind jet l'attesa sarebbe state di oltre 40 minuti. Un'eternità dopo una grande paura e la pioggia battente. Inoltre, i testimoni, avrebbero riferito che con la pista al buio i pompieri avrebbero avuto problemi nel localizzare il punto esatto dell'incidente. Il vasto perimetro dell'aeroporto non ha consentito l'immediata individuazione dell'aeromobile. «Siamo stati lasciati soli - ricorda uno dei passeggeri, Mario Torciva - se le condizioni meteo potrebbero essere la causa dell'incidente è anche vero che senza la pioggia e l'acqua sulla pista l'aereo avrebbe rischiato di incendiarsi con le conseguenze che si possono immaginare».
Nella ricostruzione si parla insistentemente del pattinaggio dell'aeromobile sulla pista inzuppata dalla pioggia, accompagnato da un forte boato, poi grida e panico a bordo, con il velivolo che sbanda ad alta velocità ed esce fuori pista finendo la corsa a pochi passi dal mare. Tutto in pochissimi istanti. Interminabili per i 123 che erano a bordo. Le «scatole nere» diranno di più».
Il pilota Raul Simoneschi 52 anni, tra l'altro istruttore, è un veterano dell'aria con oltre 15 mila ore di volo, maturate anche con altre compagnie aeree. Ieri ha parlato attraverso Ilario Tolini, il responsabile operativo voli di Wind Jet ed ha detto: «Ho avuto la sensazione che l'aeromobile sprofondasse». Il pilota subito dopo l'incidente è stato ricoverato nell'ospedale di Partinico per accertamenti, unico tra i componenti dell'equipaggio e tra i passeggeri ad essere stato trattenuto in ospedale. Ieri sera è stato dimesso. Sta bene. Tolini è sicuro dell'operato di Simoneschi e, ai giornalisti, spiega: «Al momento sulla base dei dati a disposizione escludiamo un errore da parte del pilota. L'Airbus è stato buttato giù da un colpo di vento mentre era a 300 piedi (circa 150 metri) dallo scalo, toccando terra 400-500 metri prima della pista». Il comandante Tolini sottolinea anche che venerdì era stato diramato un bollettino che prevedeva nello scalo palermitano il cosiddetto wind-shear.
L'Airbus, ha precisato ancora Tolini, ha tre anni di vita e tre giorni fa era stato ispezionato a Napoli.
Alle parole certe dei tecnici della Wind Jet ha replicato il presidente dell'Enac, Vito Riggio: «È sicuro - dice - che l'Airbus ha toccato terra prima della pista. Dire, in questa fase, che la colpa è del fenomeno wind-shear è impossibile.
La Procura di Palermo ha aperto un'inchiesta. Anche l'Agenzia Nazionale Sicurezza Volo indaga sull'episodio.
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