Affari, politica e scatole cinesi: spunta il ds Bargone

Dossier di An: va verificato il ruolo dell’ex sottosegretario nel governo Prodi nell’appalto per la centrale elettrica. La magistratura indaga. Solo la Quercia era favorevole all’impianto

Gian Marco Chiocci

nostro inviato a Salerno

Il sistema di scatole cinesi che si dipana a monte dell’appalto sulla Centrale Termoelettrica di Salerno ricorda il labirinto dei Gonzaga. Una volta entrati diventa problematico uscirne. Eppure basta seguire le orme dell’indagato e plurintercettato Alfonso Gallo, manager della società Energyplus sponsor del progetto, per scoprire passaggi poco conosciuti di un affare da 1.300 miliardi sul quale tutti si sono dichiarati contrari ad eccezione dei Ds, coinvolti col deputato Vincenzo De Luca e il sindaco Mario De Biase nell’inchiesta della procura che punta proprio su questa maledetta Centrale. Uscendo a fatica dal dedalo societario ci si imbatte, a sorpresa, nel nome e nella Srl di Antonio Bargone, dalemiano di ferro, già sottosegretario ai Lavori pubblici sotto il governo Prodi: il collegamento traspare dalla lettura di un dossier di 254 pagine riassunto sotto forma di interrogazione parlamentare che verrà presentata quest’oggi dal senatore di An, Luigi Bobbio. Ecco di cosa si tratta.
Alfonso Gallo è personaggio centrale negli accertamenti sulle varianti urbanistiche del pm Gabriella Nuzzi: imprenditore instancabile, public relation man, ha contatti istituzionali e parlamentari, si muove bene in Assindustria, è di casa al comune di Salerno, all’Università e in Provincia.
Nel documento il suo nome viene alla luce la prima volta accostandolo alla General Construction Spa e ad un management particolarmente «familiare» allo stesso Gallo poiché vi figurano, fra gli altri, la moglie, la sorella e il cognato. La società, che nasce nel dicembre ’97 con un capitale sociale di 20 milioni, resta inattiva per tutto il 1998 e il 1999. Al 31 dicembre 2001 l’utile netto schizza oltre i 670 milioni di lire anche perché la società fa fruttare al meglio l’impianto depurativo dei Regi Lagni che nel 2002 farà triplicare gli introiti. Da allora ai tempi nostri, secondo il dossier, Alfonso Gallo opera per conto della società senza mai figurare, nemmeno quando si rafforza il rapporto della General Construction con il colosso Ansaldo Energia attraverso la costituzione del «Consorzio Chiara». Nell’oggetto sociale del consorzio si fa riferimento ad «attività di sviluppo, progettazione e realizzazione di impianti per la produzione di energia»; fra i consiglieri tornano ancora i nomi della sorella e del marito. Gli utili crescono ancora, il lavoro nei cantieri appaltati da Ansaldo Energia portano la «GC» ad ampliare il raggio d’azione nelle centrali a ciclo combinato Enipower di Ferrera Erbognone (Pavia), Brindisi e Mantova, sfiorate dall’inchiesta milanese ribattezzata «tangenti Enipower» che nel dicembre 2004 ha portato all’arresto - si legge nel dossier - di quel Luigi Brasseco di Ansaldo Energia che rappresenterà proprio l’Ansaldo nel «Consorzio Chiara».
Per incrociare Bargone occorre andare al 4 giugno 2002 quando nasce la Pakal Invest, società di diritto lussemburghese, i cui soci sono due note finanziarie delle Isole Vergini Britanniche: la Cardale Overseas Inc. e la Taswell Investments Ltd. Due mesi dopo nasce la società Bargone&Partners srl, i soci sono la Pakal Invest s.a. ed Antonio Bargone che proprio in rappresentanza della Pakal costituirà nel marzo del 2003, col socio General Construction la società Project Invironment Srl di cui oggi Alfonso Gallo è amministratore unico. Ma c’è di più. Il 4 giugno 2003 - si legge sempre nel dossier - viene costituita la Naxos s.a., società anonima di diritto lussemburghese, che dodici giorni dopo si assocerà con il cognato di Alfonso Gallo per dare vita alla società Energy Plus srl (il cui amministratore è la moglie di Alfonso Gallo, già direttore tecnico della GC) che il 3 settembre 2004 otterrà l’autorizzazione per la costruzione di una centrale elettrica a Salerno. Particolare curioso: nonostante la Energyplus non abbia un solo dipendente, vanti un capitale iniziale inferiore ai 15 milioni di lire e soci di una sconosciuta società lussemburghese, riesce a far andare avanti la domanda di autorizzazione di una centrale da 800 Mw quando la politica della Regione Campania a quell’epoca era per un massimo di 400 Mw.

Il senatore Bobbio chiede, e si chiede: la società come poteva essere al corrente che la politica energetica della Regione Campania di lì a un anno sarebbe cambiata nella direzione di portare il tetto a 800 Mw? Altro capitolo del dossier riguarda la società svizzera Egl che nel 2003 inizia ad acquisire la Naxos e quote di Energyplus sino ad aggiudicarsene il cento per cento nell’ottobre del 2004. Ma questa è un’altra storia (su cui indaga la magistratura).
gianmarco.chiocci@ilgiornale.it

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