AFFARI TRAGICOMICI

Te lo dico io: se non hai problemi di soldi, la vita è tutta un’altra cosa. La maggior parte della gente non fa che sbattersi dalla mattina alla sera e ha in mente una cosa sola: soldi, soldi, soldi... Io invece non ci penso nemmeno, quello che conta per me è la vita. E, secondo me, bisogna vivere bene. Io per esempio sto in una villa. Security, cani da guardia, servitù. Problemi pratici - zero. Ho otto macchine, un’azienda a Parigi, un’altra in Germania. E adesso sono pure amministratore delegato di una società a Mosca. Ma tutto questo in sé e per sé conta poco - la vita per valere qualcosa deve essere intensa.
Mi sveglio la mattina alle sei e alle undici sono a letto. Bevo soltanto di sabato. Sport cinque volte la settimana. Hockey ogni lunedì mattina alle dieci, martedì palestra, mercoledì di nuovo hockey, giovedì boxe, venerdì palestra e piscina. Ah, e ogni fine settimana il poligono... Sono campione europeo di tiro - anche stamattina per esempio sono andato al poligono. Nell’esercito ero tenente dei paracadutisti - 37 lanci in tutto. Non c’è club a cui non sia iscritto: diving, karting, vela. Ho pure una barca, motore DOHC. Lo sai che cos’è? Be’, un DOHC costa come due Mercedes. E sono pure campione di sci alpino.
Ecco, questa è la mia bambina. Ha diciott’anni, ma quando ci siamo conosciuti ne aveva quindici. Sto con lei per darle un’istruzione. Mi piace spiegarle la vita, raccontarle il perché e il percome. Cosa prendi, piccola? Che ne dici di un Dom Pérignon, ti va una bella bottiglia da trecento verdoni? Nooo? Fragoline di bosco? Gelato? Ehi, porta subito un bel gelato alla mia bambina.
Questo invece è il mio fratellino. Non sembra? Be’, lui ha preso dalla mamma, io dal papà. In realtà sono mezzo tedesco. Tra poco il mio fratellino finirà l’università e io lo piazzerò in azienda - diecimila al mese di stipendio. Come inizio mica male. Anche se per me questi non sono soldi, diciamolo. Meno di tremila, cinquemila, io in tasca non me ne porto. Prima della crisi si parlava di ottomila, diecimila. Andavo da qualche parte e allungavo sette testoni al barman, ecco, tieni, offro da bere a tutte ’ste zoccole. Tanto per il gesto. Non ci credi? Guarda che basta fare così una volta e la gente non se lo scorda più. Ma perché non ti sei messo sull’attenti, cazzo? Ah, ecco, adesso va meglio... Tanto la mancia ai vassalli io non la lascio. Ma sì che la lascio... to’, cinquanta. Che c’è, bimba, perché metti il muso? Il gelato fa schifo? Porta subito un altro gelato alla mia bambina! Altrimenti col cavolo che li vedi, i tuoi cinquanta!
Bisogna tartassarli. Che ci vuoi fare, è la Russia. Altrimenti non capiscono. Se sei buono, ti prendono per debole. Io in realtà sono buono, la gente comune la rispetto, però non bisogna farlo vedere, altrimenti ti cacano in testa. Arrivo all’autolavaggio - ho una Rolls-Royce argento, la vedi?, quella parcheggiata all’ingresso. Dico: ehi tu, vieni un po’ qua, beccati ’sti cinquecento verdoni e fa’ alla svelta. Ma quello non ha mica bisogno di soldi. «Ma no... lo sappiamo che siete tutti signori, vedi quante carrette come la tua ci sono qua dentro...». Allora prendilo per il collo e molla una sberla al pollo! Sbriga la faccenda in un attimo, non devi neanche aprirlo, il portafoglio.
È dai tempi della servitù della gleba che funziona così. Non per niente a scuola avevo otto in storia. Chi è che i servi amano di più? Il padrone giusto, ma severo! Se sul lavoro li prendi con le buone - come stai? tutto bene? perché non ti concedi una vacanza? - va a finire che non combinano più niente. Saltano su e ti danno una pacca sulla spalla: «Allora, Serëza, come va?». Serëza lo dici a tua sorella! Invece, quando si spalanca il cancello ed entra la Mercedes, in ufficio è il panico: merda, sta arrivando Sergej Juric! E tutto funziona alla grande. Troppo autoritario? Ma come si fa, altrimenti? Sennò finisci a vendere le pere al mercato, e pure in perdita. Noi adesso stiamo comprando un’azienda per centocinquanta milioni - là sì che ci intendiamo a pacche sulle spalle.
Il trucco è tartassarli senza pietà! Non fanno in tempo a dire Sergej Juric che si sono già pisciati sotto. Ma io non tratto male nessuno senza motivo. Se a qualcuno salta in testa di mettersi sulla mia strada, lo sbrano vivo e non me ne accorgo neppure, ma per il resto sono molto alla mano. Come no, dicono addirittura estremamente alla mano. Adesso, per esempio, parlo con te e mi diverto... Ma mi piace anche leggere, andare a teatro. È da un pezzo che vorrei scrivere le mie memorie. La mia vita non è mica finita qui, eppure ne ho già viste tante... Se non le scrivessi, sarebbe un vero peccato. Le sensazioni di una volta mi opprimono, quelle nuove sono ancora confuse. Di’ il nome di un regista qualsiasi, tutti quei Fellini e Tarantini... Io ho visto ogni cosa dal vivo. Gente che scopa escort in piscina. O che tortura i debitori con i pitbull. Oppure eccoti un’altra storiella. Quando lavoravo ancora con i miei ragazzi, molto tempo prima di finire al fresco, un bel giorno abbiamo venduto una jeep a un coreano. Era già bell’e pronta, lavata, sistemata... Tutto tra noi, sulla fiducia, il giorno dopo dovevano portarci i soldi. E invece - dei soldi manco l’ombra. In compenso quello che si era preso la jeep aveva un fratello, una specie di rifiuto umano. Allora decidiamo di sequestrarlo, di tenerlo con noi come ostaggio. Gli mettiamo le manette ai polsi e ce lo trasciniamo dietro da una bettola all’altra, a tracannare vodka. Poi lo portiamo a casa e lo chiudiamo in bagno, ammanettato al tubo dell’acqua. Tiriamo fuori un pacchetto di fumo, ci sballiamo. A un certo punto, il rifiuto umano si mette a urlare che non ce la fa più a stare in piedi e lì dentro non riesce a sedersi. Allora lo tiriamo fuori dal cesso e gli ammanettiamo un piede a un peso da 32 chili. Ci rimettiamo a fumare, andiamo fuori di testa, il nostro rottweiler Griša ficca il muso nel pacchetto e comincia a sbafarsi l’erba. Se ne fa mezzo cartoccio e diventa una bestia... Inizia a lanciarsi sul rifiuto umano. Ma noi ce ne fottiamo, siamo lì che ce la spassiamo... a un certo punto sentiamo un gran casino... Entriamo nell’altra stanza - la finestra non c’è più e il rifiuto umano è là sotto che zoppica, con il peso attaccato al piede.
Bella vita, ci divertivamo un sacco... Poi mi hanno sbattuto dentro per un bel po’. Quando sono uscito, per un anno ho fatto il picchiatore nei Reparti speciali, poi mi sono dato al business. Sono tutto un tatuaggio, guarda, ti faccio vedere. Sono un criminale, non lo nascondo mica. Un criminale, ma non un bandito. Le cose degli altri così, a caso, non mi servono. Se facciamo affari insieme, a te la metà e a me l’altra. Io non ti frego neanche su un dollaro.

Ma se tu mi freghi la mia metà di dollaro, ricordati che domani sei un uomo morto. C’è da dire che tutti se lo ricordano e si comportano come si deve, quindi il nostro è un business più che civile. \


(Traduzione dal russo di Valentina Parisi)

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