«Affidiamo i politici a questa Madonnina»

È il punto più alto di Milano, anzi d’Italia, il luogo giusto per mettere la Madonnina a vigilare, anche (soprattutto?) sulla politica. È quel che fa il cardinal Dionigi Tettamanzi, in cima all’Altra Sede della Regione Lombardia per benedire la copia della statua d’oro che svetta da secoli sulla guglia più alta del Duomo. «Viviamo tempi non facili per le istituzioni repubblicane, numerosi segnali d’allarme sono tristemente risuonati in questi mesi» è il discorso dell’arcivescovo, preoccupato dei contenuti più che del contenitore. «La trasparenza di queste pareti - suggerisce - ci aiuta a confidare nella trasparente dedizione dei politici e degli amministratori».
Domenica col «cielo di Lombardia così bello quando è bello», folla di cittadini in coda agli ascensori per visitare il nuovo Pirellone. In cima, sul belvedere con vista fino alle montagne, si festeggia con l’arcivescovo e il presidente della Regione. Il maestro Paolo Alli (capo dell’ufficio di presidenza di Roberto Formigoni e membro del cda di Expo 2015) fa intonare al suo coro Iubilate salmi che il cardinale canta sottovoce.
L’edificio, dice Tettamanzi, è «il primo grande palazzo pubblico degli ultimi cinquecento anni». Usa parole piene di entusiasmo per parlare del «gigante di cristallo», «segno avveniristico, di splendore e di magnificenza» in cui riconoscere «un simbolo, un auspicio, una fondata speranza del ritrovato valore delle istituzioni». Ma in questa stagione «stregata dall’immagine e dalla spettacolarità», aggiunge l’arcivescovo, «i segni, pur importanti non bastano: chiedono una coerenza rigorosa con la realtà che sono chiamati a incarnare. Il vangelo, invitandoci a riconoscere la qualità della pianta dalla bontà dei frutti, ci offre un prezioso criterio di giudizio».
È antica tradizione che la statua d’oro guardi dall’alto tutta la città. Così, quando il Pirellone ha superato in altezza il Duomo, sul trentunesimo piano è stata messa una copia fedele. Adesso che l’Altra Sede è la nuova massima vetta milanese, la Madonnina arriva anche qui. E secondo l’arcivescovo ce n’è un gran bisogno per «i preoccupanti episodi di corruzione morale, aggressività politica e accanimento mediatico» che «hanno generato un clima politico denso di veleni e sospetti e un pesante crollo di fiducia dell’opinione pubblica nei confronti delle istituzioni».
Gossip e inchieste giudiziarie, non si sa a che cosa pensare prima: «Alcune sortite da parte di figure istituzionali non hanno talora mancato di contribuirvi con pronunciamenti indebiti, che più che stigmatizzare mali personali o strutturali, sono andati a ledere l’immagine e l’autorevolezza delle istituzioni stesse».
Nella benedizione viene letto il brano dell’Apocalisse in cui la donna vestita di sole con le dodici stelle sul capo viene minacciata da un drago rosso, con sette testa e dieci corna.

«Rappresenta bene quei mali di dissolutezza morale, di disimpegno civico, di ingiustizia sociale e dissesto ecologico, di prepotenza e individualismo contro cui occorre instancabilmente lottare. Essi non vengono da Dio, ma dal mondo e dalla responsabilità degli uomini».

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