Affitti ai rom, Boni attacca: «Uno schiaffo agli italiani»

«Uno schiaffo per la nostra gente». Il presidente del Consiglio regionale Davide Boni non usa mezze parole e fa emergere il suo spirito leghista nel commentare le polemiche sull’assegnazione di case pubbliche alle famiglie rom del campo nomadi di via Triboniano. Non tanto perché si tratta di rom, ma perché gli stranieri vengono messi davanti agli italiani, quasi come se essere milanese fosse un handicap nella stesura delle graduatorie.
«La vicenda delle case popolari assegnate ai rom - incalza Boni - ha ormai assunto i contorni del grottesco. Ogni atto di questa commedia, anzi tragedia, è un continuo schiaffo alla nostra brava e bisognosa gente». In sostanza, Boni chiede di pensare prima ai diritti dei lombardi e degli anziani che aspettano di avere una casa popolare. Solo dopo, semmai, può arrivare il turno degli stranieri.
«Prima il danno scaturito dalla decisione dei giudici - aggiunge il presidente dell’aula regionale - ed ora la beffa nata dal fatto che non viene chiesta la presentazione dei documenti Isee. È il gioco delle scaricabarile: a parole nessuno vuole assegnare le case ai nomadi ma nei fatti tutti fanno di tutto per dargliele. Una presa per i fondelli che tutti cercano di coprire, trincerandosi dietro gli effetti del patto di legalità, puntualmente disatteso, o ad estemporanee quanto inconcepibili ricette come quelle del progetto di autocostruzione di cui qualcuno va cianciando».
E ancora, Boni chiede di ammettere gli errori e di correggerli.

«Dovremmo fare tutti un passo indietro e un bagno di umiltà, ammettendo, per una volta, che ci siamo sbagliati e il problema è in realtà un falso problema, perchè i rom non devono avere assegnata una casa a priori, scavalcando chi ha bisogno come loro o più di loro ma ha l’handicap di essere milanese».

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