«Affitti, elenchi pubblicabili Ma si rispettino gli inquilini»

L’«Operazione trasparenza» che riguarda la pubblicazione dei dati relativi al patrimonio immobiliare del Comune, della Fondazione Policlinico e dell’Istituto Pio Albergo Trivulzio, è stata declinata in maniera diversa. Il Comune ha deciso di pubblicare indirizzo degli immobili, metratura degli appartamenti e canoni di affitto, la fondazione Policlinico ha fatto lo stesso, il Pio Albergo Trivulzio ha reso noti solo indirizzi e metrature. Il sindaco Moratti ha deciso autonomamente di non rendere noti i nomi degli affittuari, Pio Albergo Trivulzio e Policlinico hanno chiesto un’indicazione all’Autorità garante della privacy.
Francesco Pizzetti, presidente dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali dal 18 aprile 2005, ordinario di diritto costituzionale all’Università di Torino dal 1980, cosa significa proteggere gli inquilini di enti pubblici dalla privacy?
«Ho letto sui giornali che Policlinico e Pio Albergo Trivulzio dicono di aver formulato un quesito per un’indicazione di comportamento all’autorità garante, ma a noi non è ancora arrivato».
Palazzo Marino, invece, non ha posto quesiti all’Autorità Garante, ma ha deciso di pubblicare tutti i dati relativi alle sue proprietà, salvaguardando però i nomi degli inquilini...
«Siamo davanti a tre atteggiamenti diversi da parte di enti pubblici, ma non si può fare un discorso generale sull’opportunità o meno della pubblica amministrazione di diffondere questi dati. Gli istituti di sanità e assistenza hanno preferito chiedere un parere all’autorità Garante, il Comune ha fatto la sua scelta, mediando tra il diritto alla trasparenza e la tutela della privacy. La riforma Brunetta, infatti, affida ai comuni la decisione su cosa rendere pubblico e cosa no. Se si trattasse di alloggi riservati a persone malate, affette da handicap, o in particolari condizioni di disagio sociale saremmo di fronte a dati sensibili. Violare la privacy in questo caso significherebbe ledere inutilmente la dignità delle persone».
Policlinico e Pio Albergo Trivulzio hanno diffuso dati diversi...
«Noi apprezziamo il fatto che il Comune abbia reso disponibili molti dati sui suoi alloggi, ma appunto sta nella facoltà dell’ente decidere cosa pubblicare e cosa no».
Cosa implica pubblicare i nominativi degli inquilini?
«Rendere noto domicilio e nome delle persone richiede un atteggiamento prudenziale: bisogna distinguere se si tratta di una persona pubblica o meno, se ricopre un incarico, per esempio. Ma dipende anche dalle dimensioni del luogo in cui vive: diverso pubblicare un indirizzo in una metropoli, dove rappresenta un’indicazione di massima, rispetto a un piccolo borgo. Il rischio è che la pubblicazione permetta la ricostruzione precisa della composizione di un condominio. In certi casi serve prudenza anche nel pubblicare i canoni di affitto».
Allora il Comune potrebbe rendere noti i titolari dei contratti in Galleria nel caso di negozi, dal momento che le insegne sono pubbliche.


«La pubblica amministrazione può decidere se fare una scelta di trasparenza a priori, rendendo noti i contratti di affitto di negozi, affitti di associazioni, ong, onlus. Ogni amministrazione si assume la responsabilità delle proprie scelte, e del grado di trasparenza che garantisce».

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