"Dobbiamo pensare che per il Comune di Milano ci siano sindacati di serie A e di serie B? Dobbiamo pensare che per il Comune ci siano sindacati amici e nemici?". A sollevare polemicamente la questione è il segretario generale della Cisl milanese Giovanni Abimelech. Ha aperto il caso ieri, a tre giorni di distanza dalla cerimonia degli Ambrogini 2025 al teatro Dal Verme. Sul palco a ritirare dal sindaco Beppe Sala e dalla presidente del Consiglio comunale uno dei venti Attestati è salito il segretario della Cgil Milano Luca Stanzione. "Quello che vorremmo capire - ha dichiarato ieri Abimelech, passata la festa - è perché lo stesso riconoscimento non sia stato assegnato anche alla Cisl. O alla Uil. Insomma, a tutto il movimento sindacale confederale. É una risposta che dobbiamo ai nostri 185mila iscritti, ai delegati e alle delegate che si impegnano quotidianamente nelle aziende e negli uffici pubblici, alle tantissime persone che si rivolgono ai nostri sportelli diffusi in tutta l'area metropolitana per chiedere di essere tutelate e assistite". Riferisce di aver letto le motivazioni del premio alla Cgil "e allora ci chiediamo - prosegue citando parti del testo -: la Cisl non è un presidio democratico e di sostegno a lavoratori e lavoratrici? Non è interlocutrice cruciale per istituzioni e imprese, impegnata nel tutelare qualità del lavoro, salute pubblica e futuro del territorio? Non offre servizi essenziali, dai Caf al Patronato, agli sportelli legali? Non promuove modelli di sviluppo equi, sostenibili e inclusivi?".
Il segretario milanese conclude che in queste settimane la Cisl ha lasciato la sua "casa" storica di via Tadino 23, inaugurata nel 1961 dall'arcivescovo Giovanni Battisti Montini (il futuro Papa Paolo VI), per trasferirsi in una più grande e funzionale in via Valassina 22. E lo ha fatto "proprio per migliorare il suo ruolo di servizio e tutela per i cittadini e gli iscritti".