Blitz dei corpi speciali italiani che hanno catturato quattro capi talebani ricercati dalla Nato. E per la prima volta viene resa nota, dal quartier generale della missione Isaf a Kabul, unoperazione del genere. In realtà secondo quanto appurato dal Giornale, solo nellultimo semestre sono circa una dozzina i ricercati della Nato catturati dai nostri nellAfghanistan occidentale, il settore dovè schierata la gran parte dei 3100 militari italiani presenti nel paese. Lunico dubbio è che il blitz sia avvenuto nella notte fra martedì e mercoledì, per poi venir rivelato poche ore dopo. Di solito si attende un po di tempo per rendere pubblico questo genere di informazioni.
I corpi speciali italiani, in collaborazione con unità dellesercito afghano, hanno catturato i quattro ricercati nella provincia di Farah. I nomi dei prigionieri fanno parte di una lista di circa un migliaio di ricercati in tutto lAfghanistan. Loperazione è stata condotta dalla Task force Alfa, il distaccamento dei corpi speciali di base a Farah, il capoluogo dellomonima provincia. Il grosso è costituito dagli incursori del 9° reggimento Col Moschin. La Task force 45, che comprende lAlfa, è composta da 200-300 uomini, che provengono anche dai ranger del 4° reggimento alpini paracadutisti, e dagli incursori di marina del Comsubin. Sui dettagli delloperazione trapelano pochi particolari, ma oltre alla cattura dei ricercati è stato sequestrato un ingente quantitativo di oppio lavorato (solo se supera gli 80 chili finisce sotto sequestro, altrimenti è tollerato). Dal «fortino», il quartier generale di Isaf a Kabul fanno notare che il traffico di droga «viene estensivamente utilizzato dagli insorti per finanziare la guerriglia. I proventi si trasformano letteralmente in armi e munizioni».
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