In Afghanistan esplode la violenza anti-sciita: 59 morti

Festa macchiata di sangue per gli sciiti afghani, colpiti da un triplice attentato nel giorno in cui celebravano l’Ashura, la ricorrenza più importante del loro calendario religioso. È stata una carneficina: almeno 59 le persone uccise, di cui 55 a Kabul. I feriti ammontano come minimo a centosettanta: 149 nella capitale, diciassette nella città settentrionale di Mazar-i-Sharif, dove ci sono stati anche altri quattro morti, e quattro a Kandahar, nel sud.
Si tratta della prima grande offensiva contro la minoranza religiosa in Afghanistan dalla caduta del regime dei talebani. Due degli attentati sono stati portati a termine da kamikaze: prima a Kabul, dove l’attentatore è riuscito a mescolarsi alla folla all’esterno del santuario di Abu Fazal Abbas, portando con sè una borsa zeppa di esplosivo. Pochi minuti più tardi una bomba piazzata su una bicicletta è scoppiata davanti a una moschea di Mazar-i-Sharif. Per il terzo attentato, a Kandahar, l’esplosivo era nascosto a bordo di una motocicletta parcheggiata, che è saltata in aria ma ha avuto conseguenze limitate. La tragedia è stata peraltro sfiorata per un soffio, giacchè nel mirino c’era una processione di flagellanti che passavano nei pressi. Gli attentati non sono stati rivendicati e gli stessi talebani ne hanno preso le distanze, definendoli «inumani» e negando qualsiasi coinvolgimento. Ciò nonostante, sui luoghi delle esplosioni molti sopravvissuti hanno preso a manifestare proprio contro gli ex studenti coranici e i loro alleati di al-Qaida.
Pesantemente discriminati dal passato regime, sotto il quale l’Ashura non poteva nemmeno essere celebrata in pubblico, gli sciiti erano stati finora relativamente risparmiati dalle violenze settarie, al contrario di quanto avvenuto nel vicino Pakistan. Una carneficina simile proprio in occasione di una ricorrenza così simbolica, in cui si celebra il martirio dell’Imam Hussein, nipote di Maometto, che nel 680 dopo Cristo sancì lo scisma dai sunniti, segna probabilmente un’ulteriore escalation. «È la prima volta che, in una giornata religiosa tanto importante in Afghanistan, avviene un episodio di terrorismo di tale orribile natura», ha osservato lo stesso presidente Hamid Karzai, ancora in Germania dove aveva preso parte a Bonn alla conferenza in cui la comunità internazionale si è impegnata ad appoggiarlo finanziariamente anche dopo il ritiro delle truppe Nato, previsto nel 2014.
Di «tragedia» ha parlato il ministro degli Esteri italiano, Giulio Terzi, a margine della riunione dei 54 Paesi dell’Osce.

«I segnali di violenza sono collegati a scadenze internazionali», ha sottolineato Terzi, che ha aggiunto, «c’è una diminuzione del livello di violenza nel Paese», e questo è dovuto ai successi della coalizione internazionale.

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