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Afghanistan, ucciso un alpino italiano

La vittima è Massimo Ranzani, tenente di 36 anni, originario di Rovigo. Berlusconi: "Mi chiedo se il sacrificio serva"

Afghanistan, ucciso un alpino italiano

Shindand - E' tragedia nell’ovest dell’Afghanistan. Massimo Ranzani, un tenente italiano di 36 anni, è stato ucciso mentre altri quattro soldati sono rimasti feriti ma non sono in pericolo di vita. I nostri militari del quinto Reggimento Alpini sono stati attaccati dai talebani mentre era in corso un pattugliamento nella zona di Shindand: erano a bordo di un veicolo blindato Lince che è saltanto su un ordigno improvvisato. La salma dell'alpino rientrerà in Italia mercoledì.

La ricostruzione dell'attacco Alle 12.45 ora locale, a 25 chilometri a Nord di Shindand, l’esplosione di un ordigno improvvisato (Ied) ha coinvolto un veicolo blindato Lince della Task Force Center, su base al quinto Reggimento Alpini. La pattuglia rientrava da un’operazione di assistenza medica alla popolazione locale. L’utilizzo di Ied nonostante gli importanti progressi svolti dall'Isaf per contrastarne la minaccia, rappresenta una delle modalità di azione tra quelle utilizzate dagli insurgent e, nel 30 per cento dei casi, colpisce vittime civili. Le forze di sicurezza Isaf svolgono una continua attività per prevenire questo genere di minaccia al fine di migliorare le condizioni di sicurezza e garantire uno sviluppo sociale ed economico della regione.

La relazione dei servizi Nell'ultima relazione sulla politica dell’informazione per la sicurezza, trasmessa pochi giorni fa dal Dis al Parlamento, emerge un quadro piuttosto inquietante. secondo i servizi infatti la situazione in Afghanistan è instabile e, in particolare, "la province occidentali del paese, sede del Regional command west-Rcw della International security assistance force (Isaf), a guida italiana, saranno esposte al crescente rischio di attachi specie in relazione al riposizionamento in area di miliziani provenienti dalla regione meridionale, in esito alle operazioni di controinsorgenza avviate nel 2010 dalle forze di sicurezza afghane congiuntamente a reparti di Isaf". Quanto al modus operandi, spiegano i servizi, è verosimile che nell’esecuzione di azioni ostili continuino ad essere privilegiate le tecniche di guerriglia, quali le imboscate e il posizionamento di Ied (Improvised Explosive Devices) lungo le rotabili interessate dal transito di forze internazionali e governative, nonchè l’impiego di razzi e mortai contro le basi militari di Isaf. "Non sono da escludere, inoltre, rapimenti di personale occidentale impegnato a vario titolo nel processo di ricostruzione - conclude lo studio - nei principali centri urbani primi fra tutti Kabul ed Herat, è possibile che l’insorgenza, alla ricerca di visibilità mediatica internazionale utile a fini propagandistici, possa condurre azioni che contemplino l’utilizzo contemporaneo di attentatori suicidi e gruppi di fuoco. Ciò al fine di evidenziare la vulnerabilità di obiettivi istituzionali e stranieri, considerati fra i più protetti del Paese".

Berlusconi e il valore del sacrificio Il presidente del Consiglio ha subito espresso il proprio dolore. "E' un tormento, un calvario e tutte le volte ci si chiede se questo sacrificio che impegna il parlamento con voto unanime e tutto il popolo italiano ad essere lì in un paese ancora medioevale sia uno sforzo che andrà in portò". Berlusconi ha quindi precisato: "Dobbiamo andare avanti". Quindi ha ricordato che oltre al tenente morto vi sono altri quattro feriti dei quali tre gravi.

La linea non cambia "Mi inchino alla memoria di questo ragazzo, che dolorosamente va ad aggiungersi ad una lista troppo lunga, una lista che non possiamo né vogliamo dimenticare". Pur esprimendo un fortissimo dolore, il ministro della Difesa Ignazio La Russa hafatto sapere che in Afghanistan "la linea dell'Italia non cambia". "Mi sono posto un imperativo personale - ha spiegato il titolare della Difesa - non discutere e non riaffermare qual è la posizione italiana sull’Afghanistan in occasione di lutti". Secondo il ministro La Russa, "ci sono modi e momenti per farlo". "In questo momento non prendo neanche in considerazione domande sulla nostra presenza lì. Di fronte ad un evento luttuoso - ha concluso La Russa - le scelte si fanno a prescindere da questo, tenendo conto del sacrificio che certe scelte comportano".

Il dolore della politica Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, apprende con "profonda commozione" la notizia ed esprime "i suoi sentimenti di solidale partecipazione al dolore dei famigliari del caduto e un affettuoso augurio ai militari feriti". "Profondamente addolorata" anche il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni che ha espresso la suaa vicinanza: "La notizia di quest’oggi è resa ancora più triste dal fatto che i nostri ragazzi coinvolti nel vile attentato erano di ritorno da una missione umanitaria per prestare assistenza medica alla popolazione civile". Secondo il ministro degli Esteri Franco Frattini, "l’Italia paga un nuovo, carissimo contributo al suo impegno nella lotta contro il terrorismo". Ma per il titolare della Farnesina, "questo tributo in termini di vite umane rende più amaro il risultato politico raggiunto".

Profondo dolore anche dal presidente del Senato, Renato Schifani, che però ha rimarcato la necessità di rimanere in Afghanistan "nella consapevolezza che la libertà è un bene da garantire anche al di fuori dei propri confini".

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