Al vertice sul «problema-romeni» - ieri in prefettura - ha partecipato anche un rappresentante del governo di Bucarest. «Abbiamo raggiunto unintesa per la formazione di un gruppo di lavoro per affrontare le diverse problematiche legate ai romeni come la prostituzione, labbandono, laccattonaggio - ha spiegato il prefetto Giuseppe Romano-. La prossima settimana ci sarà un incontro con il consigliere per gli affari sociali del primo ministro romeno che verrà con una delegazione per ratificare le intese raggiunte. Tra le misure previste - aggiunge il prefetto - cè anche la presenza di agenti della polizia romena a Genova per collaborare con i colleghi italiani. Valuteremo in seguito la possibilità di aggregare un mediatore culturale oppure un organismo quale la comunità di San Egidio, che è già molto impegnata su questo fronte».
Alla riunione di ieri mattina, oltre al prefetto, al questore e ai vertici provinciali di carabineri e guardia di finanza, ha partecipato anche il sindaco Marta Vincenzi: «Si è messa a fuoco una questione che comincia a diventare patologica - ha detto il sindaco - a Genova ci sono 5000 cittadini rumeni che lavorano. A questi se ne aggiungono 300 che, invece, sono in parte rom romeni, ovvero zingari, e in parte sono romeni che non hanno né lavoro né dimora, che spesso delinquono o si prostituiscono. Questa è la patologia che va risolta: non dobbiamo confondere la patologia col fenomeno perché i romeni che a Genova lavorano, vivono e sono ben inseriti vanno considerati cittadini comunitari, europei, genovesi».
Non appartengono a questo «gruppo» i romeni protagonisti di un fatto di cronaca avvenuto ieri. Un genovese di 41 anni che lavora come corriere presso una ditta di alimentari, è stato aggredito e derubato da tre romeni mentre stava per partire con il suo mezzo dopo aver effettuato una consegna nei pressi del centro commerciale Fiumara. Luomo, minacciato con un coltello, è stato costretto a consegnare ai tre 350 euro in contanti.
Per quanto riguarda i minori che si dedicano allaccattonaggio o alle donne maltrattate, ieri in prefettura si è discusso delle possibili contromisure: «Dal rimpatrio, allaffidamento a famiglie di nazionalità rumene, allaiuto finanziario della Romania ai loro connazionali - precisa lassessore comunale alla Città sicura, Francesco Scidone -. Il partenariato avrà anche uno sviluppo successivo attraverso la creazione di posti di lavoro presso le aziende italiane insediate in Romania».
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