In pieno centro, in una zona solitamente tranquilla, di sera, ma neanche troppo tardi. Eppure, questo è lambiente e la circostanza in cui si è verificato lennesimo episodio di criminalità, cosiddetta «micro», che invece tanto micro non è, ma delinquenza in piena regola: aggressione, minaccia con rasoio e rapina ai danni di una giovane.
La sequenza degli avvenimenti: una ragazza genovese transita per corso Andrea Podestà, sopra il Ponte monumentale, poco prima delle 20. È diretta al proprio motorino, posteggiato poco distante. In quel momento sembra che la zona sia deserta.
E invece, mentre la giovane fa per abbassare il cavalletto e salire in sella, spunta dal nulla un uomo, sui trentanni, tratti italiani, che le si avvicina e le mette sotto la gola un rasoio, minacciandola di morte. Neanche il tempo di capire cosa stia veramente accadendo, e lui le strappa il portafoglio (conteneva 80 euro in contanti) e si dà alla fuga.
La giovane si riprende, cerca aiuto, finalmente arriva qualcuno, ma intanto laggressore ha fatto perdere le tracce. Comincia la solita trafila: denuncia in questura, sopralluogo della polizia, ricerche in corso.
La ragazza, a parte il comprensibile spavento, non ha subìto ferite.
Resta linterrogativo: quelli che, per il previsto utilizzo di soldati in città, parlano già di (presunta) militarizzazione, cosa farebbero nel caso essi stessi o la loro figlia fossero vittime di un simile episodio?
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