Aggredito Kledi: l’idolo delle teenager

Aggredito e offeso nella sua scuola di danza, davanti agli occhi di decine di famiglie che assistevano al saggio dei figli. Il ballerino albanese Kadiu Kledi, 34 anni, volto della tv e idolo delle teenager, ieri pomeriggio è stato protagonista di una brutta esperienza. Si trovava nell’accademia fondata da lui, in via Borgo Velino, e stava guardando gli aspiranti ballerini che si esibivano per la chiusura dell’anno scolastico quando ha notato tra la folla tre individui che riprendevano discorsi e coreografie con una videocamera. Quando si è avvicinato per chiedere spiegazioni, due sono fuggiti, mentre il terzo, un tipo corpulento, l’ha strattonato, mettendogli le mani sul collo. «Avevo appena finito di fare il mio discorso ai parenti dei ragazzi quando ho notato quei tre - ha raccontato Kledi agli investigatori -. Due si sono subito allontanati, mentre il terzo mi ha risposto “Albanese di m...ti rimando in Albania”. Sono stato separato da due genitori presenti e gli altri 50 hanno fatto da testimoni».
Kledi Kadiu, nato a Tirana nel 1974, si è diplomato nel 1992 all’Accademia Nazionale di Danza del Teatro dell’Opera di Tirana, divenendo primo ballerino. In Italia, dove si è trasferito nel 1996, ha lavorato a programmi televisivi come «Il Quizzone», «Buona Domenica» e «Amici». Nel 2004 ha fondato a Roma la scuola di danza Kledi Academy. Ma non sempre il suo nome è finito sui giornali nel settore spettacoli. Il 12 maggio 2004 Kledi è comparso in cronaca perché gli è stata ritirata la patente: guidava sulla corsia di emergenza. Due mesi dopo la scena si è ripetuta, anche se non si è capito come avesse fatto a riottenerla in così poco tempo.
Ieri, comunque, il sindaco Gianni Alemanno ha condannato l’episodio di intolleranza nei suoi confronti. «La mia piena solidarietà a un artista che arricchisce e rende onore alla nostra città - ha detto -.

Credo sia venuto il momento di lanciare un appello congiunto da parte di tutti gli esponenti politici del centrodestra e del centrosinistra affinché nella nostra città possa essere scongiurato ogni rischio di intolleranza e di violenza».

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