Milano - A poco più di quattro mesi dall'aggressione a Silvio Berlusconi in piazza Duomo, oggi pomeriggio si apre a Milano il processo con rito abbreviato per Massimo Tartaglia, il perito elettrotecnico con problemi psichici che lo scorso 3 dicembre, al termine di un comizio, ferì il premier colpendolo al volto con un souvenir del Duomo di Milano. L'uomo, che ora si trova agli arresti domiciliari in una comunità terapeutica, è accusato di lesioni volontarie gravi a cui si aggiungono le aggravanti di aver agito con premeditazione e contro un pubblico ufficiale, il presidente del Consiglio, appunto, che come hanno riferito i suoi legali ha deciso di non costituirsi parte civile.
Il processo, che si celebrerà a porte chiuse davanti al gup Luisa Savoia, salvo sorprese, dovrebbe però, in un certo senso, 'fermarsi': il giudice - questa è la previsione - dovrebbe infatti disporre una perizia psichiatrica, affidata a uno o più esperti, per accertare il grado di infermità mentale di Tartaglia, la sua capacità di intendere e volere al momento della commissione del reato e quella di stare in giudizio, e la pericolosità sociale. Se così fosse il gup, o già domani oppure in un'altra udienza che verrebbe fissata a distanza ravvicinata, convocherebbe i medici scelti per la nomina e il giuramento e indicherebbe un termine (almeno 60 giorni) entro il quale depositare la relazione. Berlusconi, che è parte offesa, avrà in aula a rappresentarlo, in veste di 'osservatore', l'avvocato Massimo Montesano. Il capo del Governo, in base a una consulenza disposta dal procuratore aggiunto Armando Spataro, per quell' aggressione, oltre alle varie lesioni al volto, come la ferita al labbro superiore, guaribili in 40 giorni, ha subito un indebolimento dell'organo della masticazione.
Ora, dunque, il punto nodale su cui potrebbe fondarsi il processo sarà la verifica dello stato di salute di Tartaglia: per ora, c'é solo una consulenza psichiatrica depositata agli atti del procedimento dai suoi difensori, gli avvocati Daniela Insalaco e Gian Marco Rubino, e che è quindi di parte, nella quale si stabilisce la sua infermità mentale. Consulenza servita, per altro, ad ottenere il trasferimento dell'uomo dal reparto di psichiatria dell' ospedale San Carlo, dove è rimasto ricoverato per qualche tempo in regime detentivo, e poi alla comunità terapeutica dove si trova, ai domiciliari, dal primo febbraio scorso e dove, oltre a ricevere le cure adeguate, frequenta anche un laboratorio artistico visto il suo hobby: è infatti autore di quelli che sono stati definiti 'quadri danzanti'.
Tartaglia, che non sarà in aula, potrebbe essere prosciolto se, all'esito della perizia, gli fosse riconosciuto un vizio totale di mente, mentre un vizio solo parziale porterebbe, in caso di condanna e tenendo conto dello sconto di un terzo per il rito scelto, a
una pena minore. Se poi, oltre all'infermità, dovesse essere dichiarata anche la pericolosità sociale, nei suoi confronti dovrebbe essere applicata la misura di sicurezza della libertà vigilata nella struttura terapeutica.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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