Misteriosa esecuzione all’alba di ieri a Settimo Milanese: un operaio egiziano di 42 anni è stato ucciso sotto gli occhi di due suoi connazionali, mentre con loro stava tornando a casa, dopo una serata trascorsa in una birreria. I killer, che viaggiavano a bordo di uno scooter e con il volto nascosto dai caschi, lo hanno freddato con cinque colpi di pistola calibro 38, tre dei quali andati a segno. Illesi gli altri due stranieri.
Il ferito è stato subito trasportato all’ospedale San Carlo di Milano, ma è deceduto ancor prima che i medici tentassero un disperato intervento chirurgico. Tutto si è consumato in una manciata di secondi nella zona industriale di via Fermi, sulla strada che conduce alla frazione di Seguro, dove l’uomo abitava da alcuni anni.
È da poco passata la mezzanotte, quando l’operaio, lasciata la birreria nel quartiere Cavour, si avvia a piedi verso la propria abitazione insieme ai due amici. La strada è deserta, ma improvvisamente sopraggiunge il ciclomotore sul quale viaggiano due persone, una delle quali impugna la pistola. La moto si avvicina al terzetto, e senza spiegazioni il passeggero che siede dietro esplode in sequenza alcuni colpi, che centrano la vittima alla gamba e all'addome. Un agguato studiato e portato a termine senza intoppi, né feriti accidentali. Compiuta la missione il commando dà gas al mezzo e fugge nel buio.
Agli amici della vittima terrorizzati e che hanno cercato di ripararsi dai colpi, non rimane neppure il tempo di annotare la targa. L'uomo, la cui identità non è stata rivelata dagli inquirenti, resta a terra sanguinante e muore in ospedale dopo pochi minuti.
Lanciato l'allarme, sul posto arriva un’autoradio dei carabinieri che transita nella zona e perlustra la periferia di Settimo alla ricerca degli assassini. I quali però hanno già fatto perdere ogni traccia. Un episodio misterioso e inquietante, sul quale stanno adesso indagando i militari della compagnia di Rho e del nucleo investigativo di Monza.
L’egiziano ucciso aveva un regolare permesso di soggiorno, e lavorava da alcuni anni in Italia come muratore. A suo carico non risulta alcun precedente penale. Un profilo il suo, che rende ancora più difficili le indagini che spaziano a 360 gradi.
«Uno straniero che come tanti altri regolari, lavorava senza mai dare fastidio a nessuno – raccontano i vicini di casa -. Uno dei molti immigrati venuti nel nostro Paese senza famiglia e con la speranza di un futuro migliore».
Anche al bar che frequentava si raccolgono soltanto commenti positivi.
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