Agli extracomunitari sfrattati alloggi da 2700 euro al mese

Da un edificio di Tor Tre Teste ricavati 110 appartamenti: il Comune pagherà 3 milioni e 500mila euro al mese

Tre milioni e 500mila euro all’anno per 110 appartamenti arredati con servizio di portierato, pulizia e vigilanza, in un palazzone tutto vetro affacciato sul parco di Tor Tre Teste, periferia est della capitale. Il contratto d’affitto è stato già stipulato. A pagare sarà il Comune di Roma, che quell’edificio un tempo adibito a uffici, abbandonato da anni, e sottoposto negli ultimi mesi ad una frenetica e riservatissima ristrutturazione, ha destinato ad abitazioni per famiglie di sfrattati italiani e extracomunitari. Gli abitanti della zona non hanno gradito la novità, temono l’arrivo degli zingari in quegli appartamenti rimessi a nuovo e da settimane sono sul piede di guerra, tra infuocate assemblee di quartiere e una raccolta di firme per scongiurare il pericolo.
A coordinare la protesta Lorena Vinzi, capogruppo di An del VII municipio, insospettita dal gran lavorare degli operai in quell’edificio a sei piani in via Tineo, e dalle voci che parlavano con insistenza di quello che sarebbe divenuto di lì a poco, ossia un residence per rom. A dir poco di lusso visto l’esorbitante cifra pagata dal Campidoglio al proprietario: 21 milioni di euro per sei anni, che secondo un calcolo approssimativo fanno 2.700 euro al mese ad alloggio, quanto un appartamento in un quartiere esclusivo.
«Quando ho sollecitato chiarimenti al presidente del VII municipio, Roberto Mastrantonio (Comunisti italiani) - racconta l’esponente di Alleanza Nazionale - non ho ottenuto alcuna risposta, senza esito anche il question-time che ho presentato il 26 febbraio. Non mi è rimasto allora che chiedere ufficialmente accesso agli atti come comune cittadina». A quel punto, però, Mastrantonio non ha potuto più negare. E ha spiegato che quel palazzo era stato scelto (all’insaputa degli abitanti della zona) per ospitare famiglie inserite nella graduatoria per l’emergenza abitativa, che occuperanno gli alloggi a titolo provvisorio in attesa dell’assegnazione di una casa popolare.
Il contratto, stipulato con la Sanvitaliano s.r.l., avrà la durata di sei anni, l’edificio sarà frazionato in circa 110 appartamenti arredati e il pian terreno sarà adibito a servizio di portierato e vigilanza, oltre che sede dei servizi sociali. Il Campidoglio dovrà versare al proprietario 3 milioni e 500mila euro (Iva inclusa) ogni anno e questa cifra comprende anche l’arredamento.


L’assegnazione degli alloggi, ha fatto sapere Mastrantonio, comincerà a maggio-giugno del 2008. «Ma quando ho provocato il presidente del VII municipio - osserva ancora la Vinzi - chiedendogli di fare le assegnazioni prima delle elezioni ha fatto orecchie da mercante».

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