nostro inviato a Strasburgo
«Ancora uno sforzo e abbiamo vinto: niente Tav in Val di Susa». Ne è convinto Vittorio Agnoletto, europarlamentare eletto in Rifondazione dopo il voto d'aula. E spiega: «Secondo quanto votato, il governo per ottenere i finanziamenti deve dimostrare di aver ottenuto le approvazioni necessarie degli enti locali. E quando ce la può fare in soli due mesi?»
E dunque lei è convinto che la Torino-Lione sia bella che sepolta...
«Ma è evidente. Anche perché, ammesso che Prodi si ostinasse a dire di sì, dove prende il resto dei soldi per fare la Tav? Che fa? Taglia le spese sociali? Sarebbe un suicidio».
E quindi niente alta velocità tra Francia e Italia.
«Esatto. Basta semplicemente rafforzare la vecchia linea dove del resto il traffico merci non è granché e in questo modo si evitano spese inutili e si ottiene un impatto ambientale sostenibile».
Ma se nel governo prevalesse invece una posizione diversa dalla sua?
«E come fanno? È il governo ad aver scelto la strada del confronto con le comunità locali, come del resto era previsto nel programma scritto dall'Unione e che abbiamo stipulato tutti assieme».
Magari un Di Pietro non resta con le mani in mano, no?
«Lui è solo un ministro, mica il governo. E poi che possono fare? Mandano le forze armate per contrastare i no-Tav? Niente accordo con gli enti locali, niente linea. Questo è pacifico.
Oltre alla Val di Susa c'è anche il Brennero che è a rischio decadenza.
«Ma non l'ha ancora capito? Col voto espresso dall'europarlamento, l'alta velocità in Italia esce di scena: è definitivamente morta!».
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