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Agnolin, la rivoluzione parte da Tedeschi «Un imprenditore sceglierà gli arbitri»

Basta con designatori celebri. Il commissario Aia: «Dobbiamo dare spessore all’intero movimento e creare una nuova figura d’arbitro»

«È un nome che a molti non dirà molto, ma a me sì». Così Gigi Agnolin, che non ha perso il gusto della provocazione fin da quando dettava legge sui campi, conservandolo anche adesso nel ruolo di commissario straordinario dell’Associazione arbitri, ha voluto presentare Stefano Tedeschi, nuovo designatore Can di serie A e B. Una sorpresa, perché tutti aspettavano l’aretino Nicchi e invece dal magico cilindro di Agnolin è uscito questo 52enne bolognese, imprenditore e amministratore unico dell’Alcisa, ma anche presidente del Consorzio prosciutto di Parma. «Perché Tedeschi?», ha continuato Agnolin, «perché vogliamo garantire spessore a tutto il movimento e poi Tedeschi è una persona che viene dall’Aia, in passato ha ricoperto anche la carica di vicepresidente dell’Associazione dal 1992 al 1997, nonché vicecommissario della Can C nel 1993-94».
Certo, i bei nomi, come designatori, dei vari Casarin, Bergamo, Pairetto, Baldas, la filosofia di avere un grosso personaggio arbitrale al vertice della Can, tutto questo è stato spazzato via dalla «rivoluzione» Agnolin che, per quanto riguarda A, B e C, ha tagliato la testa ai vertici, sostituendoli con uomini di sua fiducia e di basso profilo mediatico. Tedeschi avrà infatti come collaboratori Giovanni Stevanato, Francesco Capraro e Gennaro Borriello, mentre in serie C il salernitano Robert Anthony Boggi si avvarrà dell’apporto di Martino Ghidoni, Luciano Luci, Lucio Polacco, Pierpaolo Rossi e Sergio Zuccolini.
E Maurizio Mattei, il designatore di una sola stagione, che fine ha fatto? È proprio Agnolin a dare la risposta: «Mattei sarà il responsabile del settore tecnico dell’Aia. È un settore importante che deve lavorare molto sulla formazione mentale e deontologica degli arbitri. Qui però non si tratta di promossi o bocciati, ma anzi ringraziamo quanti hanno lavorato finora in un periodo molto difficile». Agnolin prova a fare il diplomatico, ma non ci riesce, perché la bocciatura di Mattei (e di autentica bocciatura si tratta) si deve imputare alla sua mancata vigilanza sui comportamenti anomali e sui rapporti irregolari dei fischietti Can con dirigenti e società.
Agnolin però non si ferma qui, guarda più avanti, ben oltre la data limite del commissariamento, in scadenza il prossimo 31 ottobre e che quasi sicuramente gli verrà prorogata fino al termine della stagione. «Non bastano nuovi arbitri, ma ci vogliono arbitri nuovi. È necessaria una nuova figura di arbitro ed è questa la strada che la categoria deve imboccare. Con Rossi - ha detto Agnolin nel corso dell’audizione alla commissione Cultura della Camera - abbiamo parlato di cultura delle regole. Dobbiamo ammettere che qualche cosa non è andata bene, dai vertici in giù. Gli arbitri poi dovrebbero percepire una percentuale collegata allo spettacolo cui partecipano, un 10% dei diritti tv. E sulle sponsorizzazioni ci sarà un ribaltamento: 90% agli arbitri, 10% all’associazione. Quanto agli stipendi, diminuisce la quota partita, aumenta il fondo».

E da oggi i magnifici 35 della Can sono al lavoro a Sportilia, mentre Agnolin sta preparando altre sorprese, a cominciare dal sistema delle designazioni.

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