da Milano
È solo un piccolo, timido segnale. Ma cè: dopo aver corso per mesi, come una lepre imprendibile tanto per i consumatori quanto per la Bce, linflazione ha per la prima volta tirato il freno in agosto, scendendo dal 4,1% di luglio (picco dal giugno 1996) al 4% secondo la stima preliminare dellIstat. Il deciso ridimensionamento delle quotazioni del petrolio, scese dagli oltre 147 dollari di metà luglio fino agli attuali 115-120 dollari, ha quindi garantito un parziale raffreddamento del carovita, anche se la media italiana resta superiore a quella di Eurolandia (3,8%). Ma le tracce della perdita di potere dacquisto da parte delle famiglie sono invece ancora ben visibili nel crollo delle vendite al dettaglio in giugno, che con un meno 3,4% incassano il peggior risultato dellultimo triennio.
Molti italiani continuano insomma a tirare la cinghia, spaventati soprattutto dalla ripetuta escalation dei listini dei generi di prima necessità. E cominciano così a risparmiare perfino sullacquisto dei beni essenziali (meno 2,3%). Un comportamento forzatamente difensivo contro i rincari a doppia cifra che resistono e insistono nonostante la retromarcia del greggio. Il costo del pane, per esempio, è lievitato del 12,1 per cento. Cè però di peggio: mettere a confronto il prezzo di un chilo di spaghetti dellagosto scorso con quello attuale, è operazione per cuori (e tasche) forti: la pasta si paga un 25,6% in più, per quella di semola di grano duro laumento diventa superiore al 35 per cento. Se la categoria dei panificatori si difende parlando di prezzo «ormai stabilizzato» e la Confederazione italiana agricoltura lamenta la paralisi del settore, le associazioni dei consumatori fan di conto per mettere nero su bianco un esborso maggiore questanno, e solo per la spesa alimentare, di 565 euro a famiglia. Per fortuna, la sosta ai distributori di carburante è un po meno da incubo: nel mese del grande esodo per le vacanze, la verde si è «alleggerita» del 4,2%, limando al 10,6% laumento tendenziale, mentre il gasolio ha segnato un calo del 4,8% che ridimensiona lincremento annuo al 23,9 per cento. Come si può facilmente notare, i rincari che riguardano benzina e diesel restano sensibili, e solo unulteriore discesa delle quotazioni petrolifere sarebbe in grado di riportare i listini su livelli più a portata delle nostre tasche. Del resto, ai vacanzieri non sono mancate le brutte sorprese, dovendo fare i conti con le impennate registrate dai servizi più tipici dei mesi estivi. Basti guardare al più 40,7% per i trasporti aerei, al più 12,3% di quelli marittimi, così come al più 8,5% degli stabilimenti balneari e al più 6,2% dei pacchetti vacanza.
Ora che il contro-esodo si è quasi concluso, una mano agli italiani rientrati a casa dovrebbe arrivare dai maggiori controlli sui prezzi promessi dal governo.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.