«Agosto a Roma? Quando mai. Col mio lavoro è il periodo caldo soprattutto sul set. Lestate per gli attori è momento in cui si lavora di più, che bello invece sarebbe poter vivere la mia città, scoprendola nel momento in cui lentamente si svuota», sospira Giuliano Gemma, per decenni protagonista sul grande schermo. Lattore ha attraversato indenne moltissimi generi cinematografici, passando dal peplum al comico parodistico e dai film di denuncia al fantastico. Tra i piatti forti, ovviamente, lo spaghetti western. «Allepoca lavoravo con lo pseudonimo di Montgomery Wood e interpretavo un classico dei personaggi, Ringo», sorride Giuliano Gemma, che quando parla della sua città invece ammorbidisce i toni. «Farei volentieri un salto indietro nel tempo al periodo in cui Nicolini inventò il cinema destate, Massenzio. Ho nostalgia di quelle serate passate a vedere film allaperto. E una volta spenti gli schermi sotto le stelle, passeggerei fino al Circo Massimo», dice lattore, voce di velluto e fisico atletico. «Sono uno sportivo nato. Ho fatto molta ginnastica attrezzistica e ho frequentato spesso il ring. Ricordo che da ragazzo, avrò avuto non più di 15 anni, con gli amici prendevamo il treno per Castelfusano e andavamo al mare». Destinazione: il mitico stabilimento Kursaal. «Ero un patito dei tuffi e lì cera la piattaforma per buttarsi di testa dai dieci metri. Era un passatempo piacevole perché allepoca giravano pochi soldi, ero senza macchina e, risparmiando tutta la settimana, riuscivo a mettere da parte il denaro necessario per stare fuori lintera domenica». Passeggiata per il lungomare di Ostia e biglietto per il ritorno a casa in treno, ovviamente, compreso nel prezzo. «Cose semplici che allepoca erano un avvenimento, per questo ce le godevamo tutte fino in fondo». Nato e cresciuto a Roma, Giuliano Gemma crebbe per un breve periodo coi nonni in Emilia. «Ricordo che un giorno, mentre giocavo in un prato, trovai un ordigno militare e ingenuamente tirai la spoletta. Lo scoppio mi ferì in modo lieve, fortunatamente, ma ne porto i segni ancora oggi», mormora indicando la cicatrice sullo zigomo sinistro. «Roma destate? Mi fa pensare allombra dei platani che circondavano il vecchio mercato di Testaccio. Da ragazzo abitavo lì, nel quartiere che con gli amici avevo ribattezzato i bassifondi di Los Angeles. Allepoca era una zona battuta dalla polizia, anche se si trattava solo di furtarelli», sorride lattore, andando con lo sguardo al periodo della beata giovinezza. «Me lo ricordo come un quartiere attraente, pieno di spazi verdi, confinante con lAventino e pullulante di vita. Altri tempi».
E oggi, come passa lestate? «Io e mia moglie dagosto ci trasferiamo poco distante dalla capitale, a Cerveteri, dove abbiamo casa. Certo, non è un castello ma io ci sto da re perché nel week-end, quando stacco dal set, sto su una collina e dallalto vedo il mare. Poi, quando ho voglia mi tuffo in piscina e nuoto. Gli amici? Sono i benvenuti».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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