Cronaca locale

Agrate Brianza, la Regione al salvataggio dell'impresa che vuol chiudere

Interrogazione alla giunta per evitare la chiusura di una storica azienda produttrice di rame

Un'interrogazione alla giunta Regionale sulla situazione dell'azienda Carlo Colombo di Agrate Brianza. L'ha presentata il monzese e consigliere regionale della Lega Nord, Massimiliano Romeo. «È da circa due anni - spiega Romeo - che la proprietà della Carlo Colombo Spa, produttrice di trafilati e piatti in rame, ha comunicato la volontà di chiudere il sito di Agrate Brianza, ma il futuro dei dipendenti non è ancora chiaro. Questo nonostante gli accordi sulla ricollocazione stabiliti nel 2008 con Confindustria e parti sociali e nel 2009 dinanzi al Ministero del Lavoro per quanto riguarda il mantenimento della Cassa Integrazione».
Nel corso del 2010 - continua il rappresentante del Carroccio - è stato aperto un tavolo di trattativa tra la società e le parti sociali, presso la Provincia di Monza e Brianza, che non ha però condotto a risultati significativi. Romeo, che la scorsa domenica davanti ai cancelli della «Carlo Colombo» ha incontrato lavoratori e rappresentanti sindacali, «non nasconde la preoccupazione per il futuro dei dipendenti di questa storica azienda e per i riflessi che questa difficile situazione potrebbe generare nell'intero contesto economico dell'agratese: «Credo sia opportuno che la Regione Lombardia si faccia parte attiva nella risoluzione di questa emergenza, auspicando un preciso impegno da parte di tutti i soggetti interessati a salvaguardia di questa realtà industriale».
Per questo il consigliere chiede nell'interrogazione «quali provvedimenti d'urgenza intenda adottare la giunta Regionale per fronteggiare questa situazione critica, con lo scopo di tutelare la realtà produttiva ed occupazionale».

Propone inoltre di valutare «l'opportunità che Regione Lombardia partecipi attivamente al tavolo di trattativa già avviato e proponga uno specifico piano di interventi di orientamento e riqualificazione professionale dei lavoratori».

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