Ultime limature, in casa Intesa San Paolo, per mettere a punto la soluzione in grado di sciogliere il «nodo Agricole», per chiedere il procedimento di inottemperanza avviato dallAntitrust. Unindagine che riguarda la quota del Credit Agricole in Intesa (che sarebbe dovuta calare sotto il 2% entro la fine del 2009, ma a tuttoggi è pari al 5,8%) e il patto siglato dai francesi con Generali sul 10,9% del capitale di Ca de Sass.
Entro oggi dovranno essere depositate le memorie difensive delle parti allAutorità garante della concorrenza e del mercato, che ha comunque fissato per il prossimo 22 febbraio il termine per la chiusura del provvedimento. Memorie con le quali cercare di evitare allistituto di Ca de Sass una multa da almeno 500 milioni.
Alla vigilia dellappuntamento, la banca guidata da Corrado Passera ha lavorato alla strategia da mettere in campo. Non mancherebbero contatti diretti con lamministratore delegato dellAgricole, Georges Pauget, che più voci danno in Italia. La soluzione che si profila e che dovrebbe essere posta nelle mani di Antonio Catricalà è sostanzialmente da un lato quella dello scioglimento dellaccordo tra Credit Agricole e Generali, e dallaltro di una rimodulazione dei tempi di vendita della quota della «Banca Verde» in Intesa con limmediata sterilizzazione dei diritti di voto dei francesi per la parte eccedente il 2%.
A parziale compensazione dellAgricole (costretta in questo caso a svalutare in bilancio la sua partecipazione per oltre un miliardo di euro e a non ritenere più strategica la parte della sua quota priva dei diritti di voto), sarebbe allo studio uno scambio di attivi tra la Banque Verte e Intesa. E tra le ipotesi di scambio si rafforza quella della cessione della Banca dellAdriatico (190 sportelli tra Marche, Abruzzo e Molise), la cui valutazione si aggira proprio attorno al miliardo di euro.
Nel mirino di Catricalà era finito laccordo siglato da Agricole e Generali sul 10,9% del capitale di Intesa, patto che attribuiva poteri di governance allAgricole in Intesa e che evitava alla Banque Verte la svalutazione della partecipazione nellistituto italiano, iscrivendola in bilancio come una quota «strategica».
Presto potrebbe arrivare nero su bianco la soluzione a una questione che si trascina dal 14 maggio scorso.