Sono arrivati a Roma, sotto la sede del ministero dellAgricoltura, portando con sé fischietti, striscioni, ma anche forme di formaggio e pecore: così si è svolta la folkloristica protesta organizzata da un migliaio di pastori di Lazio, Toscana, Sicilia e Sardegna, contro il calo dei prezzi del latte, le quote latte e laumento dei costi di produzione. La crisi del settore, spiegano dalla Coldiretti che ha organizzato la protesta, rischia di decimare i circa 70mila allevamenti rimasti: per questo, il presidente della Coldiretti, Sergio Marini, ha chiesto al ministro Giancarlo Galan lapprovazione della piattaforma per «una filiera ovi-caprina tutta agricola e tutta italiana». La stessa organizzazione ricorda che il calo del 10% nellexport di pecorino nei primi 5 mesi dellanno è dovuto anche alla diffusione sui mercati esteri di prodotti di imitazione che sfruttano impropriamente limmagine del «Made in Italy». E la risposta è arrivata; giovedì prenderà il via al ministero un tavolo operativo con la presenza dei rappresentanti delle regioni dove il problema è maggiormente sentito, e una commissione indagherà su tutte le contraffazioni.
Nel mirino ci sarà anche, e soprattutto, il «giallo» di Lactitalia, unindustria, partecipata attraverso la Simest dallo stesso Stato italiano, che in Romania, con latte romeno e ungherese, produce formaggi di pecora «spacciati» come Made in Italy: così, almeno, sostiene la Coldiretti. Ma la Simest nega la produzione con il marchio nostrano.Agricoltura e contraffazioni Protestano i pastori, pronto il tavolo con il governo
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