Lorenzo Scandroglio
da Cuneo
È stata un'Italia d'oro quella dei mondiali di scialpinismo di Cuneo, fra il Monviso (icona del Club Alpino Italiano) e il massiccio del Mondolè, sulle nevose Alpi Marittime. In una settimana di gare, la disciplina più nuova e più vecchia del circo bianco (prima dell'invenzione degli impianti, all'inizio del '900, le montagne d'inverno si salivano esclusivamente con sci e pelli di foca, ma l'istituzionalizzazione dello scialpinismo come sport nell'ambito della federazione internazionale di sci è solo recente) ha visto centinaia di concorrenti per 34 paesi contendersi le medaglie, comprese nazioni che la neve la vedono a stento e altre che, a dispetto delle latitudini, hanno faticato (l'Austria ha concluso solo 31ª davanti a Cina e Turchia). E gli azzurri hanno prevalso su tutti, finalmente. Dopo gli argenti nelle passate edizioni, nella giornata conclusiva l'Italia è balzata in vetta grazie al trionfo nelle staffette maschile e femminile. In sostanza Italia davanti a tutti, poi Svizzera, Francia (cioè le nazioni che storicamente, fra le due guerre mondiali, avevano già inventato la disciplina con i corpi speciali degli alpini), Spagna, Germania, Slovacchia.
Difficile riassumere emozioni e cronaca di questo mondiale, ma potrebbe bastare la gioia di Camillo Onesti, allenatore della nazionale italiana femminile di fondo a Lillehammer e grande appassionato di scialpinismo, che ha definito il mondiale «per noi italiani un vero e proprio trionfo». Riassumendo ieri gli azzurri hanno conquistato due ori nella staffetta con Chiara Raso, Gloriana Pellissier, Roberta Pedranzini e Francesca Martinelli (queste ultime due hanno prevalso anche nella competizione a squadre di mercoledì) per il settore femminile e Hansjorg Lunger, Guido Giacomelli, Dennis Brunod e Manfred Reichegger (Brunod e Reichegger hanno conquistato l'argento nella gara a squadre).
La cronaca della gara è quella di un successo quasi mai in discussione. Solo nella staffetta femminile, fino all'ultima frazione, l'oro è stato conteso alle nostre dalle francesi e dalle elvetiche. Prima frazione davanti, poi testa a testa da infarto dal cambio pelli (in cima) alla discesa in fuori pista; infine Roberta Pedranzini ha cominciato la sua frazione in terza posizione, ha passato il testimone alla valdostana Gloriana Pellissierin in seconda e quest'ultima ha preso il largo fra il tripudio della folla.
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