da Milano
Daccordo, la serata è stata così così, troppe parolacce e troppa poca suspense. Però per una sera tutte le serie televisive hanno idealmente sfilato in passerella a Los Angeles per quella che è la cerimonia degli Oscar televisivi. Da anni gli Emmy Awards sono di volta in volta la consacrazione o la bocciatura dei telefilm e anche stavolta è stato così.
Ha vinto Sopranos, la serie della Hbo che in Italia va in onda il martedì su Cult. Ha vinto perché si è messa in tasca il premio di miglior serie drammatica, che è loscar degli oscar, e poi altri due premi cosiddetti minori, ossia miglior regia e miglior scrittura. E ha vinto nonostante i protagonisti James Gandolfini ed Edie Falco siano rimasti a bocca asciutta. Da anni i Sopranos sono entrati nella vita di tutti i giorni degli americani. Hanno buoni indici dascolto in televisione, è vero. Ma gli indici che contano sono quelli di popolarità e i Sopranos li conoscono proprio tutti. Come ha scritto la Reuters, «sono la famiglia mafiosa preferita dagli americani».
Perché piacciono così tanto? Perché sono dissacranti e rassicuranti allo stesso tempo. Piluccano in quel mondo, quello della mafia italoamericana, che telecinematograficamente piace così tanto e che solo da pochi anni si è riusciti a presentare in modo addirittura ironico o scherzoso. I Sopranos sono riusciti a demolire, anzi a annichilire, i luoghi comuni legati a Cosa Nostra, ai padrini, ai vari don Vito Corleone che hanno tempestato di tragedie e orrori la storia (anche) americana. E allora, dissacrando, rassicurano. E così la serie appena terminata (a giugno) si è presa di nuovo, dopo il 2004, la palma di miglior telefilm dellanno.
Tra gli altri premi, Terry OQuinn è stato votato come miglior attore non protagonista.
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