Air France non molla ma l’operazione slitterà

Il nuovo scenario lascia prevedere che il termine del 31 decada. E se ne riparlerà dopo le elezioni. Qualche spazio d'iniziativa è stato individuato sul cargo, per riconquistare i piloti. Ma è difficile pensare a una chiusura a breve

Air France non molla ma l’operazione slitterà

da Milano

Lunedì sera Jean Cyril Spinetta sarà di nuovo a Roma. Martedì mattina, alle 11, incontrerà alla Magliana le nove sigle sindacali già viste martedì scorso; il fatto che queste abbiano confermato la loro presenza non deve fuorviare. Rispetto a componenti più disponibili (Uil e Anpac), altre aree sindacali appaiono più rigide e inclini a far slittare il termine della trattativa; o meglio, a far sfumare la scadenza posta alla proposta vincolante. Nessuno pensa che Air France, in questa fase, possa «chiudere», in virtù della posizione molto netta assunta dal candidato alla presidenza del Consiglio, Silvio Berlusconi, il quale è stato molto netto nel suo «no» a Parigi, giudicando «irricevibile» la sua proposta.
Tutto lascia dunque intendere che, realisticamente, all’epilogo della cessione di Alitalia si assisterà soltanto dopo le elezioni del 13 aprile. Il termine del 31 marzo potrà essere lasciato decadere. L’offerta formulata il 14 marzo resterà dunque in sospeso, senza più «vincolare» Air France. Una delle condizioni poste dalla compagnia francese è l’assenso del nuovo governo, condizione del tutto ragionevole in un settore fortemente regolamentato e di squisito interesse pubblico come il trasporto aereo. A seconda dell’esito, si capirà quale evoluzione sarà impressa alla vicenda Alitalia. Tuttavia, se alla proposta di Air France si sostituirà una cordata italiana, è difficile immaginare che la cura per la compagnia possa essere meno dolorosa e radicale.
Da parte di Air France l’interesse rimane intatto, e la volontà apparsa chiara in questi ultimi giorni è quella di mantenere comunque buone relazioni con ogni parte politica. Un allungarsi dei tempi renderebbe ancora più necessario un prestito ponte, data l’erosione delle disponibilità finanziarie di Alitalia (vedi articolo in basso) che espone la compagnia alle misure previste dalle norme europee.
Da Parigi trapela, in ogni caso, che il numero uno di Air France-Klm sta preparando con «serietà, buona volontà, grande scrupolo» l’incontro con i sindacati italiani: è convinto che la proposta per l’integrazione di Alitalia nel gruppo franco-olandese sia «solida, concreta, fondata», ed è certo di avere «interlocutori attenti». Due i temi più spinosi dell’incontro di martedì: l’impatto sugli esuberi previsti per i piloti dalla decisione di dismettere gradualmente i cinque aerei «full cargo», e il futuro dei lavoratori di Az Servizi. Dopo l’incontro si riunirà nuovamente il cda di Alitalia.
Soprattutto sul settore cargo sembra possa essere stato individuato spazio di trattativa per recuperare l’alleanza dei piloti; potrebbero essere limati i tagli e rimodulato il rilascio della flotta. Le ingenti perdite del settore (quasi un terzo del fatturato), sono attribuibili sia alla ridondanza del personale, sia a una flotta sbagliata: i cinque Md11 voracissimi di kerosene, sono aerei inefficienti soprattutto dal lato dei consumi (e quindi dei costi).
Giovedì prossimo si dovrebbe poi riunire il cda di Air France-Klm, per esaminare l’esito delle trattative con i sindacati italiani. Spinetta riferirà dei confronti romani, e potrà essere quella la sede per decidere se procedere o meno con l’operazione.

«Gli azionisti di Air France-Klm, soprattutto quelli di matrice olandese, ostili agli italiani, non sarebbero dispiaciuti se l’operazione non si facesse» anche se da parte del management c’è la convinzione «che Alitalia ha un potenziale» e che c’è la possibilità «di rilanciarla». Nessun sobbalzo ieri in Borsa: ma solo perché tutte le piazze finanziarie sono rimaste chiuse.

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