Milano - L’epilogo si consuma alle 19.05. Jean Cyril Spinetta si alza, stringe le mani a tutti i presenti, seguito dagli otto manager che con lui hanno condiviso quest’ultimagiornata di tensione. Nella sala al sesto piano della Magliana c’è aria di congedo. Il sindacato chiede che le delegazioni di Alitalia e di Fintecna non se ne vadano. Un’ora più tardi il presidente dell’Alitalia, Maurizio Prato, rassegnerà le dimissioni. Il cda è convocato per le 13 di oggi, probabilmente sarà seguito da un Consiglio dei ministri straordinario. Prima di lasciare, Prato lancia il suo anatema: «Questa azienda ha una maledizione e solo un esorcista la può salvare ». Alitalia e Air France, in due comunicati, prendono atto che la trattativa è finita. La delegazione francese rientra a Parigi, ironia della sorte, con un volo Alitalia. La rottura non è stata né sugli esuberi, né sul cargo, né sulla flotta. È stata su qualcosa di più importante: su un principio. I sindacati (meno la Uil, dissociata dalla vigilia), nel primo pomeriggio, dopo due ore di colloqui con Air France, le cui aperture erano considerate molto timide, si sono ritirati per elaborare un proprio documento di controproposte. Nel quale, in estrema sintesi, si chiedeva: il mantenimento dal cargo, il taglio di meno aerei di medio raggio e l’ingresso anticipato in flotta di nuovi aerei di lungo raggio. Nella consapevolezza del maggiore sforzo economico richiesto all’azienda, ecco la proposta sindacale: Fintecna conferisca in Alitalia l’intera quota posseduta in Az Servizi, diventandone socio di minoranza. Parteciperà così all’aumento di capitale, alleviando l’impegno di Air France. Su questo punto specifico il lavoro di sei mesi si è infranto. «Non posso condividere una proposta che va in direzione diversa da quella della privatizzazione - ha detto Spinetta, dopo aver letto e discusso la paginetta sindacale -. Non è pensabile di continuare a finanziare con aumenti di capitale altri deficit. La società non può più permettersi atteggiamenti di questo tipo. Tutto questo contrasta con la mia cultura d’impresa. Purtroppo le discussioni si fermano qui. Nonostante gli sforzi non è possibile raggiungere un accordo ».
Adieu. In un comunicato successivo, il presidente di Air France ha dichiarato: «La rottura dei negoziati non dipende da noi. È un progetto nel quale credevo profondamente e nel quale continuo a credere perché avrebbe permesso all’Alitalia di ritrovare rapidamente la strada per una crescita redditizia». La giornata di oggi si annuncia drammatica. Per le 13 è stato convocato il cda di Alitalia che dovrà accettare o respingere le dimissioni di Prato e nominare, eventualmente, il successore che provveda alle necessità. Che la strada tracciata sia quella dell’amministrazione straordinaria, è molto probabile. Se altri acquirenti sono pronti ad affacciarsi, è comprensibile che vogliano scavalcare i tiraemolla sindacali e trattare direttamente, senza disturbo, con un commissario. Dopo il cda, potrebbe riunirsi un Consiglio dei ministri straordinario, anche se il presidente del Consiglio, Romano Prodi, ieri sera si è detto scettico su una sua qualche utilità. La Consob ha annunciato che il titolo sarà sospeso dalle contrattazioni di Borsa: ieri dopo una seduta molto nervosa ha perso il 5,66%, riportandosi a 0,50 euro.
Le otto sigle sindacali che hanno partecipato sino all’ultimo al tavolo con Air France-Klm (esclusa quindi la Uil) hanno convocato per le 15 una conferenza stampa durante la quale illustreranno la propria interpretazione degli eventi. «I sindacati hanno rotto una trattativa seria, ora se ne devono assumere la responsabilità », ha detto ieri sera da Bucarest Romano Prodi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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