Aisha Gheddafi, la figlia dellex leader libico Muammar Gheddafi, arriva alla guida del canale che nei mesi scorsi ha diffuso i messaggi del colonnello e della stessa Aisha. Dallanno prossimo la figlia di Gheddafi diventerà direttore generale dellemittente siro-irachena El Rai, come annunciato dallattuale direttore della tv, Michean Jabouri. In un comunicato, Jabouri ha spiegato che El Rai terminerà la copertura sullIrak in concomitanza con il ritiro a fine mese delle truppe americane. «Abbiamo detto alla sorella Aisha Gheddafi che metteremo il nostro canale a sua disposizione e che a partire dal 15 gennaio 2012 potrà dirigerlo dal luogo che preferisce», ha spiegato Jabouri. El Rai è stato il canale della «resistenza contro limperialismo, linvasione e loccupazione in Irak e in Libia», ha aggiunto Jabouri, sottolineando che «circostanze indipendenti dalla nostra volonta ci hanno spinti a sospendere le trasmissioni». «Tuttavia - ha precisato il direttore - abbiamo passato il canale alla resistenza libica, dopo aver dato il nostro sostegno a quella irachena».
Aisha Gheddafi, avvocato e irriducibile sostenitrice del vecchio regime libico, attualmente è rifugiata in Algeria con altri membri della sua famiglia, e «sta lavorando per trovare un Paese disposto ad accogliere il canale», ha proseguito Jabouri, precisando che la tv «sarà presto a disposizione della resistenza libica». Martedì scorso, in un suo intervento alla tv El Rai, la figlia del colonnello Gheddafi ha esortato a vendicare la morte del padre, ucciso il 20 ottobre a Sirte, suscitando le reazioni delle autorità algerine, che hanno accordato ad alcuni membri della famiglia Gheddafi lo status di rifugiati umanitari. Il ministero algerino degli Esteri ha «richiamato alla disciplina» Aisha, che già a settembre aveva «infranto le regole dellospitalità che le è stata accordata» per aver lanciato un analogo appello alla lotta armata contro il Cnt.
Quanto a Saif al Islam, il figlio dellex raìs libico catturato nel deserto il 19 novembre, la Corte dellAia ha chiesto al governo libico informazioni. In particolare i giudici della corte penale internazionali vogliono sapere dove si trovi detenuto e se i funzionari del tribunale potranno incontrarlo. In un documento pubblicato lunedì, i giudici hanno chiesto ai governanti libici «quando e dove» i funzionari della Corte potranno vedere Saif, chiedergli se vuole un avvocato e zaccertare il suo stato fisico e mentale».
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