Roma«Bisogna respingere gli immigrati ma non possiamo sparargli, almeno per ora». In un clima già surriscaldato da polemiche e reciproche accuse tra lItalia e la Ue il leghista Roberto Castelli, viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti, decide di gettare un po di benzina sul fuoco. Intervistato da Radio2 sullemergenza immigrazione Castelli ricorda che «Zapatero ha sparato agli immigrati che volevano andare in Spagna e Sarkozy sta bombardando alcuni possibili immigrati in Libia», paventando quindi larrivo di milioni di immigrati. «Questo problema potrebbe diventare talmente enorme che dovremo porci il problema di usare anche le armi», aggiunge Castelli che viene sommerso dalle critiche e dalla richiesta di dimissioni da parte di Pd e Idv ma conferma parola per parola le sue dichiarazioni. Castelli riaccende così i riflettori sulla Lega proprio poco dopo un intervento conciliatorio di Umberto Bossi. Il ministro delle Riforme aveva in qualche modo emendato le dure parole del ministro dellInterno, Roberto Maroni che, in un amaro e criticatissimo sfogo, si era pubblicamente interrogato sul senso dellappartenenza ad una Europa che si ricorda di esistere a «singhiozzo», chiedendosi se non sarebbe meglio uscirne.
Nessuno nel governo italiano ha mai pensato di uscire dallEuropa, assicura il leader della Lega: Maroni «era arrabbiato» e la sua era una «frase per stimolare lEuropa» ad intervenire di fronte allemergenza migratoria. Questo non significa però che lEuropa non si possa criticare. E infatti il titolare del Viminale ribadisce che il no allapplicazione della direttiva 55 del 2001 (che riconosce la protezione umanitaria ai profughi da zone di guerra) «è unoccasione persa per lEuropa».
Maroni assicura che non si arrenderà al no della Ue: i permessi temporanei assegnati ai tunisini presenti sul nostro territorio aprono alla libera circolazione nei Paesi Schengen, insiste. Anche perché, fa sapere il ministro, sul nostro territorio sono già arrivati 28mila migranti: 23mila tunisini e 4.681 profughi dalla Libia, ma è soltanto linizio. «Con la Tunisia forse la crisi potrà essere risolta con gli strumenti attivati ma con la Libia siamo solo allinizio - spiega Maroni - negli ultimi giorni si sono intensificati gli sbarchi di profughi che scappano dalla guerra». Maroni rinnova tutte sue le accuse. «Se la Ue è solo regole su quanto deve essere lungo un cetriolo, se lEuropa è dichiarare guerra e salvare le grandi banche contro le piccole imprese, se lEuropa è solidarietà nei confronti del Portogallo, della Grecia e dellIrlanda e quando lo chiediamo noi la risposta è sono affari tuoi, francamente non mi sembra una bella Europa», sbotta di nuovo il ministro. Maroni però distingue «latteggiamento della Commissione» che ha sempre collaborato e sostenuto lItalia mentre invece «la solidarietà è venuta meno da parte degli altri Paesi membri della Ue», alludendo chiaramente a Francia e Germania.
E se lEuropa sicuramente ancora non ha trovato «una voce sola» di fronte allemergenza immigrazione almeno ha cominciato a parlare. Il presidente della Commissione Europea, Josè Manuel Barroso, in missione a Tunisi esorta il primo ministro tunisino, Beji Caid Essebsi ad accettare i rimpatri dei clandestini mettendo sul piatto 140 milioni di euro in più rispetto ai 4 miliardi già stanziati dalla Commissione. Non solo. Il presidente del Consiglio Europeo, Herman Van Rompuy ammette che «le misure Ue non sono sufficienti» a fronteggiare il fenomeno migratorio e pure il commissario per i diritti umani del Consiglio dEuropa, Thomas Hammarberg, riconosce che lItalia «è stata abbandonata dallEuropa incapace di dimostrarsi solidale».
Interventi apprezzati dal ministro degli Esteri, Franco Frattini, che però insiste sulla necessità di «unazione più forte da parte della Commissione europea», invitando tutti, compreso il ministro Maroni, a tenere «i nervi saldi perché lEuropa è una straordinaria opportunità».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.