Gli aiuti al fotovoltaico costeranno 13 miliardi

Ma manca una legge per il pagamento del corrispettivo nella bolletta elettrica

da Milano

Quasi tredici miliardi di euro in vent’anni in incentivi per i 1.200 megawatt di fotovoltaico: una spesa «enorme» afferma il senatore di Forza Italia, Guido Possa, nella sua interrogazione al ministro per lo Sviluppo economico e a quello dell’Ambiente che sarà pubblicata oggi. Ma il peggio è, sostiene Possa, che questo costo sarà «a carico del consumatore di energia elettrica, quale onere di sistema, mediante l’aumento di una voce della bolletta elettrica determinato dall’Autorità per l’energia». E senza che ci sia una legge apposita. Per arrivare a tutto questo, ricorda Possa, ci sono voluti una raffica di decreti: il primo nel dicembre 2003 che stabiliva che l’energia fotovoltaica doveva essere incentivata, il secondo del luglio 2005 che stabiliva un obiettivo di potenza installata a 300 Mw, il terzo del 6 febbraio 2006 che portava la potenza a 500 Mw, e finalmente il quarto che alzava a 3mila Mw l’obiettivo nazionale e a 1.200 Mw il limite massimo della potenza degli impianti che potevano ottenere «tariffe incentivanti».
Qui scatta il dubbio: «L’articolo 23 della Costituzione - ricorda Possa nella sua interrogazione - nello stabilire che “nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge”, sancisce una riserva di legge in materia di prestazioni obbligatorie imposte». Inoltre la Corte costituzionale ha stabilito che deve essere fissato «in modo preciso ed espresso il presupposto della prestazione, i destinatari e i criteri di determinazione» dell’ammontare della tassa, ricorda Possa. Tradotto: se si chiedono soldi ai cittadini ci vuole una legge, che non c’è.

Insomma, secondo Possa, quei tredici bei «miliardoni» che rischiano di volar via dalle tasche degli italiani dovrebbero invece restarci, perché manca una legge che indichi «presupposti, destinatari e criteri di determinazione del quantum».

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