Value for money, ovvero, all'italiana, un corretto rapporto tra qualità e prezzo. L'espressione ricorre con regolarità nei rapporti del National Audit Office. Tanto da essere diventata una sorta di parola d'ordine della consorella britannica della nostra Corte dei conti.
Le due istituzioni non potrebbero essere più diverse. Una, quella italiana, affonda le proprie radici nella tradizione amministrativa ottocentesca e, con tutti i cambiamenti resi necessari dal passare del tempo, ha visto la propria struttura complessiva cristallizzarsi negli anni Trenta del secolo scorso. L'altra è uno dei frutti della rivoluzione voluta da Margaret Thatcher, che nel 1983, decise di rifondare, ripartendo praticamente da zero, un'antica istituzione dell'Impero britannico, l'Exchequer and Audit Department. Completamente diverso è anche il contesto giuridico e istituzionale: da un parte una pubblica amministrazione efficiente, focalizzata su criteri di efficacia sostanziale e in cui sono rari i casi di improprietà e corruzione vera e propria. Dall'altra una burocrazia che raramente si pone il problema delle conseguenze concrete dei propri provvedimenti, concentrando l'attenzione sulla pura regolarità formale dell'azione amministrativa.
A rendere bene e sintetizzare la differenza tra i due mondi è la missione ufficiale del National Audit Office: «Aiutiamo il Paese a spendere con saggezza». Rispetto alla consorella italiana l'attività del Nao, come è conosciuto in sigla, si presenta più limitata (i bilanci certificati nel corso del 2015 sono stati in tutto 368) e allo stesso tempo più simile a quella dei revisori dei conti privati, con un'attenzione specifica al raggiungimento degli obiettivi istituzionali delle amministrazioni pubbliche passate ai raggi X. Uno degli strumenti utilizzati per centrare il risultato è, per esempio, la divisione dei «revisori» del Nao incaricati di controllare i diversi ministeri in sei gruppi di lavoro omogenei a seconda dei settori di intervento (dalle strategie all'assistenza al cittadino/cliente). Obiettivo: il trasferimento di metodi e conoscenze da un settore all'altro dell'amministrazione.
Quanto emerso dal confronto tra diverse aree amministrative viene poi raccolto in rapporti trasversali (nel 2015 sono stati 50) che si propongono di uniformare e migliorare l'attività della generalità degli uffici pubblici. L'ente di controllo britannico conduce poi vere e proprie inchieste nel caso emergano dubbi o sospetti di illegalità (43 l'anno scorso). Ogni anno il Nao calcola l'ammontare complessivo dei risparmi pubblici legati alla propria attività: il denaro recuperato dalle inchieste, le minori spese derivanti dall'adozione delle raccomandazioni proposte.
L'obiettivo istituzionale (l'anno scorso ampiamente superato) è che i risparmi siano pari ad almeno 10 volte i costi del National Audit Office a carico del bilancio pubblico. A verificare il tutto una commissione parlamentare e un gruppo di revisori esterni scelti dal Parlamento.AA
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