Roma

Alain Toussaint, la leggenda del blues che ha stregato McCartney e gli Who

Una leggenda vivente. Una carriera intera dedicata al blues e al jazz di New Orleans. Allen Toussaint, stasera in concerto all’Auditorium, è il musicista che, sul palco o dietro le quinte, ha dato vita a decine di classici del soul, del funk, del rhythm & blues. Oggi, a 72 anni, porta in tournée lo spettacolo «The bright Mississippi»: un omaggio ai precursori, ai grandi che nei primi anni ’20 hanno dato vita al jazz, attirando l’attenzione del mondo su New Orleans. Accompagnato da quattro musicisti eccezionali (Herman LeBeaux alla batteria, Roland Guerin al basso, Renard Poche alla chitarra e Brian Cayolle al sassofono), Toussaint interpreterà classici di Louis Armstrong, Sidney Bechet, Jelly Roll Morton, Joe «King» Oliver, toccando anche il repertorio di Django Rheinhardt, Duke Ellington e Thelonious Monk.
Compositore, produttore, pianista e cantante, Toussaint, in particolare durante gli anni ’60 e ’70, è stato determinante nel forgiare il sound del rhythm & blues. Collaborazioni fondamentali con Lee Dorsey e Ernie K. Doe, con le Pointer Sisters e le Labelle (c’è lui dietro il successo mondiale di «Lady Marmalade»), con The Meters, considerati i progenitori del funk, ma anche sconfinamenti in altri ambiti musicali, con la produzione di dischi di Paul McCartney con i Wings, di Robert Palmer, di Solomon Burke. Una carriera coronata dall’introduzione nella «Rock and Roll Hall of fame», avvenuta nel ’98. Come compositore, Toussaint si è dimostrato un duraturo creatore di successi, firmando molti brani - chiave diventati poi standard del rhythm and blues e riproposti da innumerevoli artisti provenienti da ambienti e stili differenti. Sua è la celebre «Fortune teller», divenuta un classico del repertorio di Who e Rolling Stones, tra gli altri. Il suo pianoforte si può ascoltare in centinaia di album. Oltre al lavoro al fianco di altri artisti, di tanto in tanto Toussaint ha plasmato le proprie opere personali, con un picco creativo che a metà degli anni ’70 ha dato vita a ottimi album.

Degno di nota l’eccellente «Southern nights», che si apre con la trascinante «Last train», arrivata al numero uno della classifica Usa nel ’77.

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