Alba Adriatica, arrestato il terzo rom Il fratello della vittima: "Nessuna resa"

Le esequie di Emanuele Fadani, ucciso da tre rom ubriachi in una rissa di notte. Oltre 3mila persone. Il fratello Fabrizio in chiesa: "Da noi nessuna resa". Arrestato mezz'ora dopo i funerali ad Alba Adriatica il rom latitante Elvis Levokovic: era nascosto in una casa non abitata

Alba Adriatica, arrestato il terzo rom 
Il fratello della vittima: "Nessuna resa"

Teramo - "In noi non ci sarà mai resa e perdono, ai rom dico: 'Se avete un briciolo di umanità, cambiate', agli assassini di mio fratello: 'Vergognatevi'". E' rotto da uno scrosciante applauso il saluto di Fabrizio Fadani al fratello Emanuele, nel corso del funerale che si è svolto all’aperto ad Alba Adriatica, in piazza IV Novembre, davanti a una folla di circa 3mila persone. Intanto i carabinieri hanno arrestato il terzo rom ricercato, Elvis Levokovic.

L'arresto del rom latitante L’arresto è stato eseguito poco prima che si svolgessero i funerali del commerciante, ma è stato tenuto segreto per evitare reazioni da parte della gente. Elvis Levakovich, 21 anni, indicato finora come colui che avrebbe colpito a morte più di altri la vittima, era latitante da martedì notte. I suoi due complici, il cugino Danilo (21) e l'amico Sante Spinelli (25), si erano presentati in caserma all'alba, dopo il fattaccio, per uscirne in stato di arresto in tarda serata. Secondo le prime sommarie ricostruzioni, Levakovich si nascondeva in una casa ad Alba Adriatica non abitata da tempo, di proprietà di una persona non di etnia Rom, che al momento pare fosse all'oscuro della sua presenza. Lo zingaro era solo ed è rimasto sorpreso dall'irruzione dei militari che lo hanno ammanettato. Per evitare problemi di ordine pubblico, il giovane è stato trasferito nella stazione dei carabinieri di Martinsicuro, dove è piantonato in cella di sicurezza, in attesa dell'arrivo del magistrato che gli notificherà il provvedimento di fermo di polizia giudiziaria per concorso in omicidio volontario. L'irruzione è stata programmata e svolta mezzora dopo la conclusione dei funerali della vittima.

Le parole del fratello Fabrizio Fadani ha avuto parole dure, sottolineate e condivise dagli applausi di tanti amici e concittadini. "Questa morte poteva essere evitata, lo dico alle forze dell’ordine: 'Adesso tocca a voi fermare questa violenza, chi vive fuori dalla legalità, impedire almeno che mia nipote Giorgia domani non incontri per strada gli assassini del padre'". Ma il suo è stato anche un appello allo Stato: "Lo Stato non se ne vada adesso, quando si spegneranno i riflettori su di noi, non uccidete mio fratello due volte, fateci vivere nella nostra legalità, date voce e ascolto a chi in questa città ha rotto il muro del silenzio avendo il coraggio di ribellarsi ai soprusi, alla violenza, alla vita fuori dalle regole".

Le parole del vescovo Le parole del fratello del commerciante ucciso di botte nel corso della rissa con tre zingari la notte su martedì scorso, ha provocato anche la replica del vescovo di Teramo, Mons.Michele Seccia, che ha celebrato le esequie: "Condivido in pieno - ha detto - ma i funerali non devono essere spettacolo. Cerchiamo il bene, cerchiamolo insieme. Se io cittadino cedo all’emozione del momento con l’applauso, solo il congiunto rimarrà dopo con il dolore, gli altri con le rivendicazioni". Lo stesso Seccia nell’omelia aveva invitato i cittadini di Alba a "non cadere nella tentazione della vendetta, a esigere in nome dell’umanità di cui facciamo parte il rispetto delle regole della civile convivenza e alle forze dell’ordine ad assicurare alla giustizia chi semina violenza nel nome di una presunta libertà".

L'ultimo saluto della moglie Poi è arrivato lo straziante saluto della moglie Ilaria ("Ti amo, sei la luce dei miei occhi") e della piccola Giorgia che con il suo "Ciao papà", ha appoggiato il suo orsacchiotto di peluche sulla bara del padre ai piedi del palco, su cui era sistemato l’altare. La chiusura del funerale è stata accompagnata dal lancio di palloncini colorati raccolti dagli amici e da un grande cuore rosso gonfiabile che è stato lanciato in cielo dai familiari di Emanuele. Il feretro è stato poi salutato dai sindaci di gran parte dei comuni della Val Vibrata, del capoluogo e dai rispettivi gonfaloni, tra i quali quello della provincia di Teramo, per essere accompagnato poi nel cimitero di Roseto degli Abruzzi dove la salma sarà tumulata nella tomba di famiglia.

Soltanto gli applausi hanno rotto il silenzio surreale della piazza centrale di Alba Adriatica dove le esequie si sono svolte senza problemi, sotto lo sguardo attento e vigile di tantissimi poliziotti e carabinieri in borghese.

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