Si chiude un cerchio, ma non un ciclo. Antonio Albanese torna con il suo show «Personaggi» a Milano al Teatro Ciak fino al 7 marzo (ore 21, ingresso 35-25 euro più prevendita, info 02-76110093), nella piazza dove tante delle sue folli e irresistibili maschere sono nate e sono state consacrate, ed è come sentirsi a casa. Il mitico Epifanio, per dirne uno, è nato qui, la bellezza di vent'anni fa. A Milano l'attore, di Olginate (Lecco), si è diplomato alla Civica scuola d'arte drammatica Paolo Grassi nei primi anni Novanta; negli studi di Mediaset alla corte della Gialappa's ha dato vita a sketch che ancora oggi restano nella cosiddetta argenteria di famiglia. Oggi, da Fabio Fazio a «Che tempo che fa?», sponda Rai milanese, Albanese sbandiera spesso e volentieri la faccia di bronzo di Cetto La Qualunque, il politico senza vergogna. E ogni volta è trionfo. Il ciclo, invece, continua imperterrito, e per i fan la notizia è di quelle da sospiro per lo scampato pericolo. Molti temevano infatti che Albanese volesse fare il classico, temuto, «punto della situazione». Dopo tanto teatro, tv e cinema (dove ha commosso il pubblico in film come La seconda notte di nozze di Pupi vati o l'ultimo, intenso ruolo in Questioni di cuore di Francesca Archibugi) c'era come la sensazione che l'attore (egregio) volesse mandare in pensione il comico (fuoriclasse). Ma quando mai. «Da due anni volevo riportare sul palcoscenico i miei personaggi - rivela -. C'era quel compleanno di Epifanio, e poi la voglia di festeggiare qui a Milano. Posso anzi dire che l'intero show vuole essere un omaggio a questa città, e al Ciak: Leo Wächter fu tra i primi a credere in me. No, non smetto con i miei personaggi: li ho cullati negli anni, quelli vecchi e quelli nuovi. E poi mi sono reso conto di come siano attualissimi. Prendi Cetto, con le sue storie di politica e sesso. Con tutto quello che è uscito nel frattempo, oggi lui può dirsi un moderato. E l'Ingegner Perego, il brianzolo? Lui era quello che lavorava sedici ore al giorno, fissato con la fabbrichetta. Come se la passa oggi? É un po' malinconico, rischia di annoiarsi: ha la forte tentazione di sbaraccare e vendere agli Hu, i cinesi rampanti che tutto comprano. Se dovessi dire però chi se la passa meglio in questi tempi di crisi, tra tutti direi il Sommelier: lui pensa al suo vino, non si accorge di cosa gli succede intorno, vive in una dimensione tutta sua». In «Personaggi», spettacolo scritto a quattro mani con Michele Serra, Antonio Albanese mette in campo le sue maschere anti-eroiche per farci rimirare in uno specchio surreale: questa è l'Italia signori, solo apparentemente meno folle dei cappotti anni Settanta di Epifanio o delle sparate di Cetto La Qualunque. «La normalità - spiega Albanese -: ecco, quella è la vera cosa trasgressiva oggi. La realtà spesso supera in velocità le follie dei miei personaggi». E una buona parte di quella realtà distorta e, come dire, circense, esplode in fiammate trash dalla tv, dove Albanese studia oculatamente le proprie apparizioni: «Non volto le spalle alla tv, ci mancherebbe - spiega l'attore -. Ritengo che debba essere fatta con cura e con stile. Da tempo penso a portarci una cosa tutta mia, da sviluppare però quando avrò più tempo. Gli amici della Gialappa's? Non è escluso che potrei tornare a lavorarci.
E anche con la banda Zelig sono in contatto: è probabile che possa entrare nel giro, ma non da quest'anno». Infine, la rivelazione di un nuovo personaggio in gestazione: «É un tipo che vorrebbe tanto mettersi a pregare, ma non riesce mai a trovare la posizione giusta». Chissà com'è, già solo l'idea fa ridere.Albanese, normale trasgressore
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