Albenga Una maestra per accompagnare i bimbi a fare la pipì

Le maestre, si sa, non sono più come quelle di una volta. Una volta, ecco, insegnavano agli alunni a leggere, scrivere e far di conto, li assistevano e li guidavano nel periodo cruciale dell’apprendimento di base, stabilivano con loro un rapporto di fiducia se non, in certi casi, di genuina complicità. Stabilendo talvolta un rapporto più simile a quello che si instaura con la sorella maggiore, o addirittura con la nonna e la zia. Altri tempi. Oggi le maestre, ammesso che trovino posto fisso, hanno alquanto modificato i compiti. Sì, sono sempre considerate dai loro allievi come sorelle maggiori, o nonne e zie, ma solo nel senso di poterle trattare alla stessa stregua di sorelle maggiori, nonne e zie, e anche mamme: a botte di insulti quotidiani, di «non me ne frega niente di quello che dici, io faccio quello che voglio», e di «levati di qua, se no ti denuncio per mobbing, stalking e maltrattamenti vari». Altri tempi, insomma. Ma mai così cambiati, trasformati, anzi sconvolti come ad Albenga. Dove l’amministrazione comunale di centrosinistra, guidata dal sindaco Antonello Tabbò, ha deciso di fornire all’asilo nido tutto il personale necessario. All’insegna del «di tutto, di più, e di pipì». Letteralmente, visto che dal 2 maggio scorso i piccoli ingauni hanno a disposizione una insegnante che li accompagna direttamente ai servizi.
Un primato mondiale, come testimonia anche Eraldo Ciangherotti, presidente di Federvita Liguria e cultore di storie locali. Nessuno ci aveva pensato prima, nemmeno nelle regioni più inesplorate del globo dove per recarsi a esercitare il bisogno fisiologico allontanandosi dalla scuola bisogna solcare ponti di corda a strapiombo sulle cateratte, sfidare le brame degli alligatori o le spire dell’anaconda. Senza contare gli eventuali assalti di sciami di api inferocite, magari proprio nel momento di massima, inevitabile esibizione delle proprie vergogne. Devono aver pensato a questo gli amministratori ingauni, ancorché non si abbiano finora notizie in loco di alligatori e insetti voraci, e le insidie maggiori siano costituite, ad Albenga, dal dissesto del fondo stradale e, più che dai serpenti, dai tanti squali della politica. In ogni caso, di una maestra c’era bisogno, evidentemente, e a una maestra si è fatto ricorso, per l’accompagnamento dei bambini alla toilette. Un gran lavoro, impegnativo. Non crediate ai soliti maliziosi, condizionati dal ministro Renato Brunetta e dalla sua teoria dei fannulloni (ma quali? In Italia non ce ne sono, e ad Albenga meno ancora).

La maestra della pipì, pardon: «l’operatrice scolastica incaricata di svolgere compiti di solo accompagnamento senza assistenza specifica agli alunni che chiedono di accedere ai servizi igienici», quella lì, insomma, non sta ferma un minuto, il suo è un continuo andirivieni: aula-lavandino, lavagna-sciacquone, carta geografica-carta igienica, e gesso-cesso. Altro che fannullona! Chi l’ha promossa all’incarico, vero sindaco?, sostiene che ’sta maestra della pipì, lavora più lei delle colleghe alla cattedra.
È proprio il caso di dire: se ne sentiva il bisogno.

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