Albertini ai mondiali da vice-commissario

dal nostro inviato a Firenze

In Germania ci sarebbe dovuto andare come opinionista per Sky, invece Demetrio Alberini, soprattutto ex Milan (ma l’ultima stagione l’ha giocata con il Barcellona), seguirà la nazionale come vicecommissario, uno dei tre scelti da Guido Rossi, dopo avervi giocato per ben 79 volte. Del terzetto, è il solo che arriva dal campo di gioco: «Toccherà a me tenere i contatti con Uefa e Fifa, ma non so ancora come. Porto la mia esperienza a Rossi e devo fare in fretta a crescere».
I motivi su cui riflettere abbondano: «Quando giocavo si parlava di sudditanza, ma non potevo certo pensare alla realtà che sta emergendo. Se avessi saputo cosa c’era dietro a quella che si definiva sudditanza psicologica, avrei smesso di giocare. E ora? Io non parlerei di anno zero né approvo chi invita tutti a fare un passo indietro. Bisogna invece fare dieci passi avanti e non fare gli struzzi mettendo la testa sotto la sabbia. Il calcio va tolto alla politica e gli stadi ridati alle famiglie. E i calciatori non scappino più dalle responsabilità, non lascino più tutto in mano ai dirigenti o ai politici.

Sono la componente più invidiata – adesso li invidio anch’io perché in Germania andranno in campo - e ricevono molto dal pallone, che inizino a dare qualcosa in cambio come sto facendo io perché siamo prossimi a una rivoluzione, utile. Chi dice (Cannavaro, ndr) che così fanno tutti accampa solo una scusa banale perché non è vero: non tutte le società, non tutti i dirigenti e non tutti gli arbitri sono indagati».

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