Albola, ma che buon Castello

L a famiglia Zonin è tra i primi cinque gruppi vitivinicoli italiani. Possiede tenute in sette regioni italiane (Veneto, Friuli, Piemonte, Lombardia, Toscana, Puglia, Sicilia), oltre a una in Virginia negli Stati Uniti (Barboursville Vineyards) e in Cile (Dos Almas). Tra i suoi marchi di maggior prestigio c'è Castello di Albola nel Chianti Classico, una delle terre del vino più tradizionali d'Italia, in un luogo incomparabile per fascino, storia, paesaggio e contaminazioni artistiche.

Il Castello di Albola - che conserva traccia del suo passato di fortezza nelle massicce torri medievali ma che ora è una splendida villa di pianta cinquecentesca all'interno di uno splendido borgo - è appartenuto alle più nobili famiglie toscane, dagli Acciaioli ai Samminiati, dai Pazzi ai Ginori Conti, ed è di proprietà della famiglia veneta dal 1979, cioè da quarant'anni. Gli Zonin hanno progressivamente migliorato il livello produttivo delle vigne, che oggi si estendono per 125 ettari a fronte di un'estensione complessiva della tenuta di 900 ettari.

Il vino bandiera della cantina è il Chianti Classico docg, un Sangiovese in purezza che noi abbiamo avuto la fortuna di assaggiare in versione magnum nell'annata 2015, dal naso delicato e netto e in bocca magnificamente asciutto e vellutato.

Gli altri rossi aziendali sono l'Acciaiolo, blend di Cabernet Sauvignon (80 per cento) e Sangiovese (20); il Solatio e il Santa Caterina, due differenti «cru» di Chianti Classico docg Gran Selezione; e il Chianti Classico docg Riserva, che raccoglie le migliori uve Sangiovese di otto vigneti del Castello di Albola, ciascuna vinificata in purezza. L'unico bianco in carta è il magnificamente minerale Poggio alle Fate, uno Chardonnay in purezza. Non può mancare infine in Vin Santo del Chianti Classico doc.

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