da Torino
Luci su Torino, luci sulla scherma. E subito verifiche importanti. Stamattina, allora del caffè, lOval Lingotto apre i battenti. Iniziano i Mondiali. E Aldo Montano sale in pedana, subito, primo alfiere azzurro. Atteso, tutto da scoprire. È teso come una corda di violino, il buon Aldo. Sa che non può fallire. Sa che ha molto da dimostrare, Atene è un ricordo ormai lontano, il segno di una gloria che fu e al più presto deve essere riacciuffata. È carico. Sale in pedana insieme con i novizi della sciabola, gli ultimi arrivati o quelli che in Coppa del Mondo hanno fatto poca strada. Come lui, del resto. Frenato da infortuni e smanie televisive, vallette e comparsate. Si è allenato duro, ha digerito non senza traumi la cacciata del suo ct di fiducia, Bauer. Alla Federazione ha parlato chiaro e tondo. Poi, però, si è rimesso al lavoro. Perché è unoccasione da non gettare alle ortiche. Sarà in buona compagnia: Luigi Samele e Gianpiero Pastore cercano un posto per la finalissima di domani, che vale loro. Solo Gigi Tarantino, il veterano bizzoso, ha già il posto assicurato tra i big, e saggerà la pedana dellOval sono quando si alzerà il sipario sulla finale.
È anche il giorno del fioretto femminile. Ma non delle azzurre.
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