I romani dicono un prudente sì, gli operatori del settore un no secco. La tassa di soggiorno per i turisti continuano a dividere: il sindaco Gianni Alemanno si è presentato ieri allapertura del tavolo di concertazione con le associazioni di categoria del turismo ribadendo che «è doveroso che i turisti contribuiscano a pagare i servizi e gli interventi», garantendo che «il contributo di soggiorno debba migliorare laccoglienza turistica di Roma» e con in mano un sondaggio secondo il quale «il 54 per cento dei romani è favorevole al contributo di soggiorno che, per essere una tassa presentata in maniera sbrigativa, ha riscosso un consenso sostanziale».
Sarà. Ma gli operatori di categoria continuano a sostenere che lapplicazione della «tourist-tax» darebbe un colpo ferale al soggiorno e propongono soluzioni alternative per reperire soldi. Confesercenti, per esempio, suggerisce di «aumentare il costo dei bus turistici», come dice il vicepresidente Mauro Pica Villa, che suggerisce anche di ritoccare al rialzo il prezzo del biglietto delle principali attrazioni turistiche romane, decisamente sottostimate nel borsino europeo: «Il turista, una volta a Roma, per visitare il Colosseo spende 9 euro mentre ne paga 13 per la Tour Eiffel, 20 per la Torre di Londra, 12 per la Sagrada Familia a Barcellona e 19 per i Musei Vaticani». Dello stesso parere il presidente della commissione Turismo del Comune di Roma Alessandro Vannini: «La tassa di soggiorno non compenserebbe il debito di 260 milioni della capitale - dice Vannini - serve una valutazione più ampia come ad esempio aggravare i costi dei musei di Roma. A Parigi ad esempio cè una tassa di un euro per ogni turista ma è una tassa di scopo, cioè che va ad alimentare lo stesso settore turismo. Dobbiamo muoverci in questa direzione anche se così non si potrebbe sanare il debito lasciatoci dalla precedente amministrazione». «Chiedevamo di ridurre lIva sui pacchetti turistici - dice Andrea Costanzo, presidente Fiavet Lazio - e ora ci troviamo qua a discutere di tasse sul turismo: una via duscita potrebbe essere quella di aumentare il costo dei servizi come i tour per la città o i biglietti dei musei»
Duro lammonimento da parte di Giuseppe Roscioli, presidente di Federalberghi: «Qualsiasi tassa verrà messa sul turismo, io chiederò laggio di riscossione come ad esempio avviene per i tabacchi. Sia ben chiaro». «Se poi si continuerà in questa direzione - insiste Costanzo - siamo pronti a fare ricorsi sulla costituzionalità di questa legge. Cè gente che viene a Roma per lavoro o per motivi di salute per farsi curare negli ospedali e trovo ingiusto che debbano essere tassati».
Il sindaco prende atto senza però dare limpressione di essere disposto a cambiare idea: «Gli operatori che vanno ascoltati ma il loro interesse non può prevalere su quello della città». Tradotto: la tassa di soggiorno si darà. Firmato Alemanno.
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