Alemanno, linea dura contro i rom: «Andiamo avanti con gli sgomberi»

Roma«Basta col buonismo». Sulla chiusura dei campi nomadi abusivi il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, non fa marcia indietro. «Molti di loro - accusa - vengono a Roma per guadagnare di più con attività illegali». E così ieri come risposta allo sgombero circa un centinaio di rom ha occupato la Basilica di San Paolo, appellandosi al Papa e alla Chiesa per avere un alloggio.
È stato davvero un venerdì di passione per Alemanno, che già nei giorni scorsi era stato «crocifisso» dalla comunità di Sant’Egidio. Sotto accusa le scelte del Campidoglio nei confronti dei nomadi, che prevedono il censimento dei rom che vivono nella capitale e l’abbattimento delle baracche e di tutti gli insediamenti abusivi che spuntano come funghi dentro Roma. Dal primo aprile sono ripresi gli sgomberi ed è così ripartito anche il braccio di ferro tra l’amministrazione e alcune associazioni cattoliche e di volontariato affiancate anche dall’opposizione, con il Pd in testa. In particolare la Comunità di Sant’Egidio chiedeva al sindaco di fermare gli sgomberi almeno durante la settimana Santa.
Ma Alemanno è irremovibile e respinge le accuse. «Molti nomadi non sono nelle condizioni disperate che Sant’Egidio immagina - dice il sindaco - Per molti di loro vivere in una baracca non è una scelta dettata dalla disperazione ma di carattere economico». Alemanno porta come esempio proprio lo sgombero di ieri mattina in un campo abusivo nella zona di Casal Bruciato occupato da circa 300 rom. Il sindaco fa notare che sono state trovate soltanto 161 persone e la maggioranza, il 67 per cento, era composta da pregiudicati.
E gli altri, che fine hanno fatto? «Visto il periodo pasquale sono tornati a casa loro perché non è vero che nessuno ha un posto dove stare - sostiene Alemanno - Molti hanno una casa nel paese d’origine e vengono a Roma non perché sono disperati ma perché pensano di avere un reddito maggiore magari attraverso attività illegali». Per il sindaco «l’accoglienza va offerta ai soggetti veramente fragili e bisognosi, non possiamo accogliere tutti altrimenti si creerebbe un flusso inarrestabile».
E proprio sull’accoglienza dei rom sgomberati si consuma lo scontro più aspro. Al Campidoglio viene rimproverato di non offrire loro alternative. Ma Giorgio Ciardi, delegato per la Sicurezza, ribalta le accuse. «L’occupazione della Basilica di San Paolo non è un’operazione umanitaria - dice Ciardi - ma un’azione politica organizzata dai centri sociali che cercano di strumentalizzare la situazione per alzare un polverone mediatico e provare a cogliere un consenso sui media che hanno perso sul territorio».
Alle donne e ai minori è stato offerto un alloggio temporaneo nel Cara di Castelnuovo di Porto, il centro per i richiedenti asilo. Offerta rifiutata perché le famiglie non vogliono essere divise. «Ricordo però che non siamo di fronte a clandestini o richiedenti asilo - prosegue Ciardi - Si tratta di cittadini comunitari ai quali stiamo offrendo la possibilità di un rientro assistito nella loro patria. Questi insediamenti hanno creato condizioni di insicurezza intorno alle aree dove si sono formati tanto che il numero dei reati è molto più alto rispetto ad altre zone della città».
Non solo. Il fenomeno che più preoccupa le forze dell’ordine è quello della prostituzione maschile minorile segnalato proprio in questo ultimo campo abusivo appena sgomberato.

«È un fenomeno che non può essere tollerato - insiste Ciardi - In questo campo il 60 per cento degli occupanti è minorenne e la polizia ci ha informato riguardo alla diffusione in quest’area della prostituzione da parte di ragazzini».

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