Alemanno: «Non permetteremo più che sorgano altre baraccopoli rom»

Prima fanno di tutto per creare il caos, poi non trovano di meglio da fare che protestare. «Ma se il loro obiettivo - avverte il sindaco Gianni Alemanno, rivolto ai militanti dell’ultrasinistra che da due giorni ostacolano le operazioni di sgombero del Casilino 700 e l’assistenza ai nomadi - è quello di creare nuove favelas, se lo possono scordare. Evidentemente questi rappresentanti dei centri sociali - ha proseguito il primo cittadino - pensano che ci possano essere nella nostra città persone che hanno il diritto di vivere nelle baracche. Noi siamo convinti del contrario. Per questo non permetteremo che si creino nuovi insediamenti alternativi al Casilino 700. E le forze dell’ordine continueranno a vigilare affinché questo non accada di nuovo».
«Dobbiamo purtroppo constatare e denunciare - ha spiegato ancora Alemanno - che c’è stato un boicottaggio da parte di alcuni centri sociali che hanno fatto di tutto per far fallire lo sgombero di Casilino 700. All’ultimo momento, sotto la pressione politica di questi gruppi, 21 persone che avevano scelto di rientrare in patria, sono scese dal pullman». Una decina avrebbero preso il pullman per tornare in Romania dalla stazione Tiburtina, gli altri si sono eclissati.
Comunque «tutti i rom sgomberati dal campo abusivo che hanno chiesto assistenza sono stati ricollocati in campi organizzati - ha chiarito il sindaco - l’assessorato guidato dalla Belviso ha dato la massima assistenza in questo senso. Un gruppo di rom ha, invece, rifiutato l’assistenza ed è andato per conto proprio, perché evidentemente non vuole entrare in strutture controllate. E quindi ha cominciato a vagare per il quartiere».
Ieri mattina è stato sgomberato anche l’ex deposito della Heineken, che era stato occupato da centinaia di nomadi sgomberati dal Casilino 700 mercoledì scorso. Mentre erano in corso le operazioni di sgombero, un gruppo di militanti dei centri sociali ha chiesto di poter far intervenire alcuni interpreti «perché i rom non parlano italiano - hanno detto - e sappiamo che nessuno dei funzionari del Comune parla la lingua romena». Poi si sono registrati momenti di tensione quando c’è stato il tentativo di bloccare un pullman sul quale si trovavano alcune decine di sfollati che aveva accettato la soluzione del rimpatrio assistito da parte del Comune. Gli attivisti hanno bloccato il mezzo e impedito che facesse retromarcia. A qual punto sono intervenute le forze dell’ordine per allontanare i manifestanti e far ripartire il pullman.
«Un atteggiamento irresponsabile»: così lo ha bollato il vicecapogruppo del Pdl in Campidoglio Luca Gramazio. «Qualcuno sta cercando di speculare sulle sorti di persone che per anni hanno vissuto in condizioni di degrado e ai margini della società civile. Gli attivisti dei centri sociali di sinistra cercano con atteggiamenti irresponsabili di coinvolgere nelle loro azioni persone all’oscuro di queste dinamiche, che vengono strumentalizzate attraverso un becero boicottaggio, diventando così mezzo inconsapevole di propaganda». Il coordinatore romano del Pdl Gianni Sammarco ha sostenuto pienamente l’azione del sindaco Alemannoi e della Questura: «Sullo sgombero del Casilino 700 - ha detto - i cittadini romani giudichino chi lavora per la sicurezza e il rispetto delle regole e chi invece tutela demagogicamente zone franche in mano a illegalità e degrado».


«La chiusura del Casilino 700 è il primo segnale importante in quel quadrante territoriale della città per ristabilire il decoro, la certezza delle regole e la vivibilità in un’area da troppo tempo oggetto di forme di degrado e illegalità», ha detto Giorgio Ciardi, delegato del sindaco per la sicurezza.

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