Alemanno, tour della memoria

Un tour nei luoghi della memoria capitolina, come «atto d’onore ai simboli di quando Roma fu occupata e offesa». Per il neosindaco Gianni Alemanno quella di ieri è stata una mattinata dal grande significato civile, all’insegna dell’ecumenismo e dei valori democratici. Prima tappa l’Altare della Patria, dove Alemanno alle 10 in punto si è recato, accompagnato dal generale di Corpo d’Armata, comandante della Regione militare Centro, Domenico Rossi, per deporre una corona del Comune di Roma. «Questo gesto di omaggio - ha detto Alemanno - è importante perché si tratta di confermare con forza il ruolo di Roma, una città aperta e democratica, che deve rispettare tutte le identità. Una città molto radicata nei valori cattolici, di solidarietà e tolleranza». Seconda tappa Porta San Paolo, dove il primo cittadino ha commemorato i caduti alla Resistenza. «Sui valori della Resistenza - ha precisato Alemanno - non si discute, la libertà contro gli occupanti è la democrazia. Non c’è nessuna polemica ma grande rispetto e grande radicamento. Sulla componente di odio, di guerra civile siamo chiamati ad un’opera di verità, condannando gli abusi che furono fatti da tutte le parti affinché non rimangano strascichi». A un giornalista ha parlato di possibili malumori di una parte della destra, Alemanno ha risposto: «Sicuramente no, almeno tutti quelli che sono stati apparentati con me nella battaglia elettorale. Non credo che nella Destra ci sia alcuno spazio per la difesa dei totalitarismi. Quello che ho detto è condiviso da tutta An, non ci sono ombre».
Poi la terza tappa, quella simbolicamente più importante, le Fosse Ardeatine. Definite da Alemanno «una ferita nel cuore di Roma». «Ci richiamano a una memoria molto forte - dice il sindaco dopo aver deposto una corona di alloro del Comune al mausoleo - di quello che accadde in una città quando perse la libertà e la possibilità di autogoverno: ecco perché dobbiamo essere qui e rinnovare la memoria». Il primo cittadino è stato accompagnato nella visita dal presidente dell’Associazione nazionale famiglie martiri delle Ardeatine (Anfim), Rosetta Stame, dal deputato del Pdl ed esponente della Comunità ebraica di Roma, Alessandro Rube, da Adriana Cordero Lanza di Montezemolo, la figlia del colonnello dell’esercito Giuseppe, trucidato alle Fosse Ardeatine, e dalle più alte cariche religiose della Comunità ebraica romana. «Mai più Roma dovrà subire questa aggressione. In ricordo di tutti i martiri», è la dedica lasciata da Alemanno sul registro dei visitatori del mausoleo. Poi la visita alla Sinagoga, dove, accompagnato dal presidente della comunità ebraica, Riccarco Pacifici e da Ruben, il sindaco ha deposto una corona di fronte al memoriale della deportazione degli ebrei romani nei campi di concentramento e ha fatto tappa di fronte a una targa che ricorda un bambino ebreo ucciso nel 1982 da un commando arabo.

«Per me - ha detto il sindaco - è molto importante che noi riconosciamo alla comunità ebraica il ruolo di coscienza di Roma, di memoria dei momenti terribili di questa città» spiegano poi che riconosce il tempio maggiore di Roma e la comunità che lo frequenta come «monito a rifiutare ogni forma di razzismo, di antisemitismo, di intolleranza e di violenza». I buoni rapporti con la comunità ebraica saranno, ha sottolineato Alemanno, «un tratto di continuità con l’amministrazione precedente»

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