Aler, il Comune tenta la sanatoria bipartisan: «Dobbiamo trovare alloggio a 1.230 abusivi»

Aler, il Comune tenta la sanatoria bipartisan: «Dobbiamo trovare alloggio a 1.230 abusivi»

La Regione vuole ristabilire i punti fermi. Prima che altri comuni dopo Milano - ma soprattutto sindacati come il Sicet - diano interpretazioni troppo larghe del regolamento approvato dal Pirellone a giugno sul bisogno abitativo e la lotta all’abusivismo nelle case popolari. L’assessore lombardo Domenico Zambetti e il presidente di Aler Loris Zaffra dopodomani in un incontro pubblico chiariranno una volta per tutte quanta libertà le amministrazioni - a partire da Palazzo Marino - possono prendersi nell’interpretazione dello «stato di necessità». Condizione per cui anche gli abusivi potrebbero avere diritto all’alloggio. Ma «in casi molto limitati» aveva già anticipato l’assessore regionale. Che non vuol sentire parlare di una sanatoria, anche se il Sicet milanese dopo le ambiguità innescate dal Comune sta facendo circolare manifesti che invitano gli occupanti a iscriversi al sindacato perché a breve grazie alla giunta Pisapia scatterà la regolarizzazione. «Chiariremo come stanno le cose a sindacati troppo libertini» anticipa. Il tema è stato affrontato ieri in commissione a Palazzo Marino, con l’assessore alla Casa Lucia Castellano che ha presentato numeri dichiarati persino dal Pd ottimistici. Nelle case comunali gestite dall’Aler al momenti ci sarebbero 170 casi di irregolarità amministrativa (e quindi facili da risolvere, si tratta ad esempio di vedove che non hanno eseguito correttamente la voltura dopo la morte del marito o di figli subentrati ai genitori) e 1.230 gli abusivi. Su questi il Comune vuole valutare chi è in stato di necessità «e ha diritto all’alloggio». L’assessore chiede la collaborazione del centrodestra per formare entro fine anno la commissione ad hoc per valutare caso per caso. «Faremmo contratti temporanei di due anni a chi ha i requisiti (a partire da un reddito Isee di 16mila euro) per essere messo in prova due anni con un contratto temporaneo», sintetizza. Ma, secondo regolamento riassume, «dovremmo metterli in case fuori dal patrimonio Erp. E non le abbiamo, ci serve la collaborazione della Regione». Non nasconde la Castellano che la via più semplice sarebbe la dichiarazione fuori Erp da parte del Pirellone proprio di quegli alloggi che sono già occupati: «Ma certo, ammette, verrebbe interpretata come una sanatoria vera e propria, difficile da spiegare a chi ci contesta». Il gioco delle tre tavolette? Difficile da far digerire alle 20mila famiglie in lista d’attesa. E il capogruppo del Pdl Carlo Masseroli contesta, «in stato di necessità sono tante famiglie che aspettano da anni in lista, devono avere la precedenza o il Comune istigherà all’occupazione». Intanto, pur dichiarando il patrimonio di case popolari «da terzo mondo», la Castellano ha confermato ad Aler la proroga di un anno per la gestione dei 30mila alloggi, ma «in convenzione metteremo più paletti per controllare il servizio». Zambetti apprezza «i toni e la posizione assunta dall’assessore».


E proprio ieri intorno alle 13 un uomo di 59 anni, Giuseppe, è salito su una gru in piazza XXV Aprile per chiedere un alloggio popolare (nelle foto). Dopo tre ore è sceso ed è stato portato in ambulanza all’ospedale e sottoposto a Tso.

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