ALESSANDRO IL BELLO DI TORRIGLIA

Se fossi il sindaco di Torriglia, farei un monumento in piazza ad Alessandro Gianmoena, il direttore di Ragionpolitic, la scuola di formazione in rete di Forza Italia, uno degli intellettuali più lucidi e capaci del Pdl. degno allievo di Gianni Baget Bozzo.
Il monumento a Gianmoena, sulla targa, non avrebbe solo la dizione «fu capace di coinvolgere molti ragazzi nella battaglia per una cultura rivoluzionarmente moderata (o moderatamente rivoluzionaria)» e, a fianco, non sarebbe sufficiente nemmeno citare i consiglieri di municipio Enrico Bocca del Centro-Ovest, Stefano Costa del Medio-Levante o Michele Isola di Rovegno, giovani e capaci. O, ancora, le «belle di Torriglia» (mai definizione fu più adeguata al luogo) Aurora Franceschelli e Monika Sommariva, con quella kappa da «antikomunista!» doc che ha avuto la forza e il coraggio di candidarsi a Sestri Ponente. Insomma, per farla breve, la targa dovrebbe essere davvero ricca.
Ma, persino al di là di tutto questo, il monumento (equestre, trattasi di zone dove si pratica l’equitazione sui sentieri) a Gianmoena dovrebbe essere dedicato al suo impegno per l’entroterra, che ha coinvolto molti amministratori locali, dal presidente del parco dell’Antola Roberto Costa all’assessore alla Cultura di Torriglia Mauro Casale, fino al coordinatore provinciale azzurro Giovanni Boitano e al portavoce degli arancioni Andrea Cevasco.
Ho fatto tanti nomi, lo so. Non si fa, soprattutto in un fondo. Ma sono eroi. Come tutti quelli che lottano per dare un futuro al nostro entroterra.
Ecco, il dibattito con quegli eroi ha portato a una serie di proposte concrete per l’entroterra: dalla semplificazione normativa che eviti inutili adempimenti per i commercianti e le attività che hanno il coraggio di non chiudere, restando veri e propri presidi sul territorio, alla valorizzazione delle bellezze naturali e dei prodotti tipici. Anche senza il bollino dei «presìdi di Slowfood» c’è tutto un mondo intorno che merita di essere valorizzato, dai canestrelletti all’acqua della fontana. Sì, all’acqua della fontana.
Da Torriglia, dalla terra degli eroi, è partita un’idea forte. Quella di copiare quello che succede nel cesenate, dove Romagna Acque dà il tre per cento dei suoi utili ai Comuni che circondano la diga di Ridracoli. Perchè non è possibile fare lo stesso con il Brugneto? Perchè non è possibile rilanciare l’entroterra senza andare con il cappello in mano a Roma o a Genova, ma semplicemente chiedendo alle multiutilities di dare un senso al loro nome di battesimo sull’utilità sociale?
Di tutto questo parleremo sul Giornale, nuovissimo anche nelle pagine liguri da oggi. Ma talmente nuovo da non dimenticarsi dell’entroterra e delle nostre radici. Talmente completo da non aver paura di viaggiare dagli Appennini alle onde.
In questo quadro, Gianmoena e i suoi hanno fatto un miracolo.

Provare a ridare un senso e un contenuto a una politica il cui interesse massimo sembrano i nomi di un giudice costituzionale o del presidente della vigilanza Rai. Loro, come quelli che resistono in Valtrebbia, eroi.
Beato il popolo che non ha bisogno di eroi, diceva Bertolt Brecht. Qui, semplicemente, ce n’è bisogno.

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