«Alessandro e Maria» quando l’amore è un incontro di boxe

Una carriera artistica esemplare e un ricco repertorio sorprendente, soprattutto se si valuta la giovane età di Chiara Noschese (41 anni) che, irrefrenabile e sempre attiva, sta calcando la scena del Teatro Manzoni al fianco di Luca Barbareschi per dare vita a Il caso di Alessandro e Maria. In programma fino al 29 marzo il piccolo musical da «camera» per quattro grandi protagonisti, scritto da Giorgio Gaber e Sandro Luporini è l’ennesimo banco di prova per l’artista milanese che il pubblico conosce per le sue magiche e intense interpretazioni in commedie musicali come Aggiungi un posto a tavola, Cantando sotto la pioggia, ma anche in spettacoli di prosa, in film per la televisione e anche del grande schermo. Figlia del celebre imitatore Alighiero Noschese, Chiara si impone con le sue indiscusse doti nel panorama artistico di casa nostra. Perché come recita il celebre adagio, «buon sangue non mente».
«Fu Pietro Garinei, che mi diresse anche nella commedia Alleluja brava gente, a spronarmi perché continuassi a lavorare nel mondo dello spettacolo - racconta Chiara Noschese -. Sapevo fare ridere e cantare, doti non così diffuse e inoltre avevo anche la capacità di vestire i panni di personaggi di spessore. Maria, la protagonista di questa commedia in due atti, è una donna di grande profondità e durante lo spettacolo si mette a nudo attraverso l’intenso incontro-scontro con Alessandro, suo marito». L’eterna lotta tra i due sessi, tra due filosofie differenti, prende vita sulla scena grazie a due interpreti d’eccezione: la commedia in due atti è un incontro di boxe fisico, verbale, psicologico che si conclude senza vincitori né vinti. «Luca - racconta la Noschese - nei panni di regista, attore, cantante, oltre ad affiancarmi nell’interpretazione di questo testo poco frequentato si abbandona a battute davvero simpatiche contro i romani, senza tralasciare i suoi commenti per dichiarare la sua gelosia». La vicenda, che fu messa in scena dallo stesso Gaber con Mariangela Melato nel 1982, si sviluppa attorno ad un dialogo tra i due coniugi che, saltando dal presente al passato, si punzecchiano, giocherellano, duettano su un ring del cuore.
Due caratteri molto differenti ma ben definiti e consolidati nel tempo. «Maria è molto bambina - continua Chiara Noschese - razionale delle volte, ma senza dubbio impulsiva e istintiva che spesso “fa a pugni” con l’integrità di un uomo che non si sporca le mani nemmeno quando lei dichiara il suo tradimento. Molto passivo Alessandro, ha la colpa di essere stato assente e di non accorgersi della vitalità di Maria. In realtà entrambi tradiscono, chi in un modo, chi un altro». Uno specchio di una realtà dalle mille sfaccettature che ogni spettatore riconosce come propria. «Infatti è bellissimo vedere come gli spettatori si rivedano in questi due coniugi che attraverso dichiarazioni, contrasti e confessioni, raccontano di una quotidianità che tutti conosciamo. Si creano delle fazioni tra la platea».
Ma cosa ne pensa una professionista come lei della situazione attuale del teatro? «Credo che qualcosa di bello ci sia sempre e che esistano tanti professionisti in attesa di dimostrare la loro passione. Certo, ci sono delle difficoltà oggettive: tutti chiedono nomi altisonanti, titoli famosi, registi sapienti; e ai ragazzi che escono dalle scuole nessuno pensa.

L’impegno da parte delle nuove leve non manca, ma occorre saperlo valorizzare e valutare». Non solo teatro la Noschese nutre anche una passione per il cinema, al quale ha consacrato le sue doti per l’interpretazione nell’ultimo film di Francesca Archibugi Una questione di cuore.

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